Un appello lanciato attraverso UnioneSarda.it per ritrovare una bimba sarda salvata tanti anni fa a Cuba da un medico scozzese che poi non l'aveva più rivista. Ma lui e tutta la sua famiglia hanno sempre pensato a lei: "Dove sarà? Chissà com'è diventata, se sta bene, se è felice", si chiedevano. E a poche ore dall'inizio di quella ricerca è arrivata una risposta. "Sono io quella bambina", ha scritto alla redazione web una ragazza.

Tutto comincia nel 1994, nella zona di Camaguey. Tanti i turisti che affollano l'area della piscina quando un urlo squarcia l'atmosfera rilassante: una bambina viene "ripescata" dalla piscina dov'era caduta, e non respira. Qualcuno chiede aiuto a Dawn e a suo marito Vincent. Lui è un medico anestesista e si precipita in soccorso. La vede stesa a terra, viola in volto. La rianima con la respirazione bocca a bocca, due minuti che sembrano lunghissimi, fino a quando la piccola tossisce, vomita e riprende il respiro spontaneo. Lacrime di gioia, sorrisi, abbracci: l'incubo è finito. La bambina si riprenderà completamente. Ma a fine vacanza - non era l'epoca di internet né dei social network - la famiglia sarda e quella scozzese si perdono di vista, senza però mai dimenticarsi a vicenda.

E ieri sera un messaggio arrivato sulla pagina Facebook de L'Unione Sarda riaccende la speranza. A scrivere e a raccontare la storia è Dawn: "Vorrei ritrovare quella bambina, aveva circa tre anni quando è successo tutto, era italiana e proveniva dalla Sardegna. Vorrei tanto fare una sorpresa a mio marito per il suo sessantesimo compleanno con una foto della 'bimba di oggi'. Qualcuno può aiutarci?", allegando anche alcune immagini, quelle poche che ha conservato della vacanza.

La richiesta viene pubblicata sul nostro sito ed è una giovane a rispondere: "Quella bambina sono io, quella è la mia storia", e fornisce informazioni precise. Anche lei in questi anni ha cercato il medico per ringraziarlo, ma dai racconti dei genitori emergeva solo il nome, non il cognome. Troppo poco per ritrovarlo.

È la potenza dei social a fare tutto: Sarah, che oggi ha 29 anni e vive in un paese del Medio Campidano, legge l'articolo col cuore in gola: "È stato un parente a segnalarmelo, c'era anche lui in quel viaggio a Cuba - racconta la ragazza - Ho riconosciuto subito il costume di mia mamma, abbiamo molte foto in cui lo indossa, e lei stessa me lo ha confermato. Ero emozionatissima, ho cercato Vincent per così tanto tempo... purtroppo non ricordavo il suo volto, ero troppo piccola, e anche attraverso i social non avrei potuto riconoscerlo". Ma quando ha visto il nostro articolo, dove c'erano delle immagini del medico, è stato tutto molto più semplice: "Ho scritto alla figlia, e non alla moglie, perché temevo che lui potesse leggere il messaggio e allora che sorpresa sarebbe stata?".

Oggi, finalmente, la tanto attesa videochiamata con Vincent: "Ciao, io sono quella bambina che hai salvato tanti anni fa a Cuba", gli ha detto Sarah. Lui non credeva ai suoi occhi: probabilmente un regalo di compleanno che mai avrebbe immaginato: "Abbiamo parlato un po', finalmente ho avuto la possibilità di ringraziarlo perché, senza di lui, io adesso non sarei qui". Le due famiglie probabilmente si incontreranno appena sarà possibile, tra di loro c'è e ci sarà un legame che nessun tempo potrà mai interrompere.
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