"Ci sono studi scientifici che certificano come, in caso d'incidente, si creerebbe una palla di fuoco di 4 chilometri di diametro con conseguenze catastrofiche".

È l'allarme lanciato questa mattina davanti alla Prefettura di Cagliari dai rappresentanti di varie associazioni ambientaliste, che si oppongono al rigassificatore di metano liquido che Isgas Multiutilities spa vorrebbe realizzare a Giorgino, nell'area del porto industriale e a poche centinaia di metri dal villaggio pescatori (il progetto è in attesa dell'autorizzazione ambientale definitiva da parte del Ministero).

Dopo un breve sit-in a cui ha partecipato una ventina di attivisti, Angelo Cremone per Verdes, Ennio Cabiddu per Sardegna Pulita, Salvatore Drago per Usb, Paola Marrone per Donne ambiente Sardegna e Gianni Salaris di Meris, hanno consegnato al prefetto Bruno Corda un esposto chiedendogli un incontro a breve per discutere dei rischi legati alla realizzazione dell'impianto. Gli ambientalisti hanno anche sottolineato i danni che subirebbero le attività economiche del porto, dell'aeroporto e dell'area industriale di Macchiareddu a causa della vicinanza della potenziale minaccia rappresentata dal rigassificatore. E hanno annunciato che presto inizieranno una massiccia campagna di sensibilizzazione andando casa per casa a parlare agli abitanti dei rioni più vicini all'impianto.

Sinora il progetto ha passato il vaglio di vari organismi di controllo e Isgas, dal canto suo, ha sempre negato l'esistenza di reali pericoli, spiegando che il rigassificatore sarà dotato di sistemi di sicurezza sofisticatissimi tali da azzerare di fatto il rischio d'incidenti.
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