«Creare un ambiente sterile e non consentire al virus di infiltrarsi: è l'unico modo per fargli la guerra».

Lorenzo Giannuzzi - amministratore delegato e direttore generale del Forte Village, resort extra lusso immerso nel verde di Santa Margherita di Pula - da mesi studia una strategia anti Covid. Per tenere alla larga il nemico il manager 68enne ha pensato di blindare il villaggio e certificare la salute di ospiti e dipendenti. Senza test non entra nessuno.

«È un progetto ambizioso ma realizzabile. La Sardegna può offrire condizioni di maggiore sicurezza rispetto ad altre destinazioni: è questo il messaggio che dobbiamo far passare».

Il suo metodo rende le vacanze sicure?

«Assolutamente più sicure. L'idea è di creare uno spazio completamente sterile, sottoporre a test personale e clienti e riservare un percorso ai fornitori per evitare la contaminazione. Dobbiamo creare le condizioni per avere la ragionevole certezza che il virus non riesca a entrare».

Come farà?

«Fin dal loro arrivo in aeroporto gli ospiti saranno accompagnati in hotel a bordo di auto sanificate e, giunti a destinazione, in un'area protetta, verranno sottoposti ai controlli sanitari dalla nostra équipe medica».

Quando inizia la vacanza?

«Nel caso di risultati negativi, immediatamente. Il cliente verrà sottoposto al tampone e al test sierologico. In attesa dell'esito sarà servito qualcosa da bere e il tempo volerà».

Nella bozza avete ipotizzato quattro scenari.

«Si, qualora ci sia positività si darà corso alla quarantena».

All'interno del resort?

«Presumibilmente l'albergo non sarà pieno, purtroppo, quindi abbiamo già individuato delle camere dedicate. Ovviamente saranno garantiti tutti i comfort, la sanificazione e l'assistenza necessaria, seppur con una fruizione limitata della struttura».

Sarà una vostra proposta esclusiva?

«Mi auguro che possa essere esportata e non solo nel resto dell'Isola. Sarebbe splendido se la Regione si facesse portavoce dell'idea magari assegnando un bollino di garanzia a chi seguirà questo metodo».

Chi c'è dietro il progetto?

«Il nostro team che si è messo al lavoro fin dall'inizio e ha consultato virologi ed epidemiologi di fama internazionale».

Qual è l'alternativa?

«Non voglio neppure sentirne parlare. Non aprire sarebbe commettere un suicidio mediatico, rendersi poco visibili e concedere spazi a destinazioni alternative. Quello di aprire è un nostro preciso dovere sociale».

Avete già delle prenotazioni?

«Si, ma le abbiamo dovute spostare a luglio e ad agosto, perché dobbiamo avere la certezza che ci siano i voli per far arrivare gli ospiti».

In Regione che dicono?

«Non ho ancora proposto il progetto né al presidente né all'assessore al Turismo, lo farò a breve».

Chi pagherà per i test?

«Se la Regione ci vorrà dare una mano, visto che fino ad adesso di concreto non abbiamo visto nulla se non tante belle intenzioni, a noi farà molto piacere. In ogni caso auspico controlli frequenti delle autorità sanitarie perché nessuno deve pensare di poter aggirare l'ostacolo».

I dipendenti non potranno uscire. Sono contenti?

«Assolutamente sì, nel giorno di riposo potranno lasciare il resort, ma al rientro dovranno eseguire di nuovo i test prima di riprendere a lavorare».

Ipotizzate limitazioni all'accesso in spiaggia.

«È l'unico anello debole per il quale serve molta attenzione. Il rischio è di compromettere la sterilità di tutto l'ambiente. Quello che penso è che quest'anno sia utile un controllo maggiore, in che termini non sta a me dirlo».

I gestori di alcuni stabilimenti si sono offerti di vigilare in cambio di una concessione più ampia.

«Sulle modalità di accesso degli esterni alla fascia in concessione, aspettiamo istruzioni dalla Regione. Ma di certo anche noi siamo disponibili ad assumerci l'onere dei controlli».

Il suo metodo è sostenibile solo da resort extra lusso?

«No, non dipende dal lusso ma dalla morfologia della struttura: deve avere una sola entrata e una sola uscita per poter controllare gli accessi».

Ma solo pochi hotel possono pagare test e sanificazioni.

«In questo caso potrebbe intervenire la Regione, credo che al momento sarebbe più utile della tassa di soggiorno».

Vacanza protetta per i ricchi e poveri a casa?

«No, assolutamente. Tutti hanno bisogno di rinfrancarsi e dimenticare le pene di questo inverno terribile».

Mariella Careddu

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