Nell’ambito di un’attività coordinata dalla Procura della Repubblica di Cagliari, gli investigatori della Squadra Mobile – IV Sezione, reati contro il patrimonio – ha arrestato Vittorio Salis, 47enne di Jerzu, con l'accusa di aver partecipato lo scorso 24 settembre alla rapina a mano armata al gioielliere di Piazza del Carmine a Cagliari.

Tale misura restrittiva segue al fermo di Roberto Perra e di Antonio Orrù dello scorso ottobre.

Tutti e tre sono indiziati della rapina a mano armata consumata ai danni di un azionista di una società concessionaria di miniere di preziosi e oro, nel corso della quale i malviventi si sono impossessati di un sacchetto contenente 21 diamanti grezzi per un valore di mercato di 800mila euro.

L’iniziale attività di indagine aveva consentito di ritenere Perra come mandante della rapina, mentre Orrù era tra coloro i quali l'avevano eseguita materialmente.

Salis in passato è stato condannato per concorso in associazione di tipo mafioso (in particolare egli era stato condannato nell’ambito dell’operazione “Tuono”, pendente presso la Procura della Repubblica di Lanusei, in un’indagine relativa ad un sodalizio criminale che, alla fine degli anni ‘90, aveva imperversato in Ogliastra con numerosi attentati dinamitardi ai danni di imprenditori, politici locali e sindacalisti), associazione a delinquere relativa al traffico di sostanze stupefacenti, reati in materia di armi, reati contro la persona e il patrimonio.

Il suo ruolo nell'azione criminale è stato acclarato in seguito ai frequenti contatti telefonici fra lui e Orrù nei mesi antecedenti la rapina, i colloqui intercettati in carcere fra Orrù ed i propri familiari e il rinvenimento all’interno della cella ove era recluso Perra di una lettera indirizzata al padre in cui metteva in evidenza il ruolo avuto da Salis nella rapina.

(Unioneonline/F)
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