Raccolta “benefica” legata alle esercitazioni militari in Sardegna: «Propaganda bellica»
Oltre 60 associazioni firmano un documento contro l’iniziativa di “solidarietà” per l’acquisto di macchinari pediatrici legata alla Joint Stars 2025, la più importante operazione addestrativa interforze della Difesa italianaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dopo la Neptune Strike 25-1 la Sardegna ospita la Joint Stars 2025, ritenuta la più importante esercitazione interforze della Difesa italiana. Accanto a questo evento addestrativo è stata organizzata una due giorni benefica, il 10 e 11 maggio, “Joint Stars for Charity” per raccogliere fondi da destinare all'acquisto di due postazioni con altrettanti respiratori automatici per dare avvio alla rianimazione pediatrica nell'ospedale Brotzu di Cagliari.
Una iniziativa che sta suscitando polemiche, anche sui social, perché viene vista come «propaganda bellica». A esplicitare questa contrarietà alla manifestazione collegata all'esercitazione sono 62 associazioni (culturali, indipendentisti, antimilitaristi, movimenti politici, sindacati e altri) che hanno firmato una nota nella quale propongono «di boicottare la manifestazione in maniera nonviolenta, disertando i luoghi delle relative iniziative propagandistiche».
Le associazioni firmatarie chiedono, inoltre, «alla presidente della Regione, Alessandra Todde, all'assessore della Sanità Armando Bartolazzi, al sindaco di Cagliari Massimo Zedda, alle autorità scolastiche e a tutti gli enti pubblici e privati coinvolti di rivedere le proprie posizioni rispetto a tale iniziativa e di rinunciare a qualsiasi forma di propaganda bellica, specie nei confronti dei minori, degli ammalati e delle loro famiglie».
Il 17 aprile scorso «è stata annunciata ufficialmente l'operazione Joint Stars, l'ennesima esercitazione militare italiana interforze sui suoli, nei cieli e nei mari della Sardegna, con il consueto seguito di inquinamento, devastazione ambientale e disprezzo per le prerogative costituzionali di una regione a statuto speciale che da anni esprime parere negativo su simili attività e chiede il ripristino ambientale dei luoghi devastati da bombe e munizioni, senza nessun risultato», si legge nella nota, «stavolta però la questione appare ancora più grave perché affiancata da una campagna propagandistica sponsorizzata da una congerie di soggetti che comprende le maggiori istituzioni regionali e grossi enti pubblici e privati. Mentre le istituzioni si girano spesso dall'altra parte di fronte alle richieste incessanti delle organizzazioni dei consumatori e dei malati e omettono di agire con l'urgenza necessaria per facilitare la ripresa di una sanità allo sbando, c'è bisogno di indorare la pillola dei fondi spesi per la guerra, un prodotto commerciale che può essere venduto solo con pubblicità ingannevoli, che richiede quel 2% del Pil che insieme a Papa Francesco consideriamo assolutamente folle».
(Unioneonline)