«Per una sanità migliore», a Cagliari i medici scendono in piazza contro la manovra economica
Il 5 dicembre sit-in e 24 ore di sciopero. Mascia (CIMO-FESMED): «Senza risposte da Governo e Regione non ci fermeremo»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
In Sardegna non si ferma la protesta dei medici contro la manovra economica e le drammatiche condizioni della sanità sarda. Così il 5 dicembre i camici bianchi ospedalieri incrociano le braccia per aderire allo sciopero di 24 ore – con un sit-in in piazza del Carmine, a Cagliari – contro una «manovra economica che non risponde alle esigenze del Servizio Sanitario Nazionale e dei suoi professionisti». «Senza risposte da Governo e Regione la nostra protesta proseguirà», annuncia il presidente CIMO-FESMED, Luigi Mascia. Tra le richieste dei medici rappresentati dai sindacati ci sono: un piano straordinario di assunzioni per affrontare la grave carenza di personale; la detassazione di una parte della retribuzione; risorse congrue per il rinnovo del contratto di lavoro; la depenalizzazione dell’atto medico; l’eliminazione della norma che prevede tagli alle pensioni dei medici.
Al sit-in è prevista la partecipazione di centinaia di camici bianchi che – si legge nel comunicato sindacale – «hanno evidenziato anche i tanti problemi che attanagliano la sanità sarda, messa in ginocchio da un susseguirsi costante di riforme sanitarie varate da governi regionali di colori diversi, senza alcuna visione strategica ma con continui cambi di rotta che hanno creato più problemi di quanti intendessero risolvere. Negli ospedali di tutta la Regione il numero dei medici è insufficiente, e questo costringe le aziende a chiudere interi reparti, anche facenti parte di Dipartimenti di Emergenza Urgenza, la Rete Traumatologica è al collasso, le Liste di attesa esplodono, senza possibilità di riportarle in nessun modo verso limiti accettabili, la Rete Territoriale è assente. Nei Pronto soccorso i turni sono coperti spesso da gettonisti per tenere in piedi i servizi, con un sovraccarico di lavoro per i pochi medici strutturati, unici abilitati ad affrontare i codici di maggior impegno professionale. Al contempo i territori sono completamente sguarniti di servizi sanitari, e sono sempre di più i cittadini che rinunciano a curarsi, pur di non dover percorrere chilometri e chilometri per trovare un medico disponibile o affrontano spese ingenti per rivolgersi alla Sanità privata».
«Raramente i medici decidono di scioperare – sottolinea Mascia – ma se il 5 dicembre aderiranno in massa alla protesta è perché sono arrivati al limite, e non possono lavorare più in queste condizioni. Chiediamo dunque al governo nazionale di destinare risorse adeguate al Servizio Sanitario Nazionale per poter avviare un piano straordinario di assunzioni, e alla Regione Sardegna di risollevare la sanità sarda dalla grave crisi in cui trova, valorizzando i suoi professionisti e ponendo al centro le necessità dei pazienti. Altrimenti la nostra protesta non si fermerà allo sciopero di oggi».
(Unioneonline)