Alla fine ne è rimasta soltanto una. E iniziamo a familiarizzare con il nome - Ats, Azienda per la tutela della salute - anche se ancora non è chiaro quando avrà pieni poteri. O meglio, quando sarà in grado di esercitarli.

In principio il servizio sanitario era affidato a 22 Usl, ridotte poi a 8 Asl. Ora ce n’è una per tutti, l’Ats. In realtà, rimarranno autonome l’azienda ospedaliera Brotzu, le aziende miste (ospedaliero-universitaria) di Cagliari e Sassari e l’Areus, l’Azienda regionale dell’emergenza e urgenza, figlia legittima della riforma della Giunta e della maggioranza che la sostiene in Aula. Una riforma che si ispira a nobili principi, ridurre le spese e aumentare la qualità dei servizi, abbattendo la babele nelle torri locali del potere politico e sanitario. Come? Accentrando a Sassari, con la sede dell’Ats, la gestione del sistema, dagli appalti ai concorsi.

Una strada segnata il 27 luglio con l’approvazione della riforma in Consiglio regionale. Cosa che, tuttavia, non ha impedito, in attesa dell’entrata in vigore della legge, il primo gennaio, di bandire concorsi per assumere personale qua e là in giro per le 8 "vecchie" Asl. Un segnale dei partiti alla Giunta. Diventato ancora più forte e chiaro dopo le nomine, decise (sarà così?) da Fulvio Moirano, degli 8 direttori "locali". Curriculum da paura, Moirano riceverà 200 mila euro lordi all’anno con una premialità sino al 20%. Avrà due collaboratori, sanitario e amministrativo, arrivati come lui dall’altra sponda del Tirreno. I manager territoriali saranno invece soli soletti. Si consoleranno con uno stipendio pari al 70% rispetto al manager unico della sanità sarda. Ma il risparmio è comunque notevole, dice l’assessore alla Sanità Luigi Arru: una quindicina di poltrone in meno, i dirigenti sanitari e amministrativi delle 8 Asl.

A proposito di risparmi, non è ancora chiaro quanti dipendenti della sanità saranno trasferiti a Sassari - da Lanusei piuttosto che da Carbonia - per mettere in moto l’Ats. Allo stipendio si sommeranno spese di trasferta? Domande ricorrenti tra i sardi ma anche tra alcuni che la riforma l’hanno approvata in Consiglio. Ripensamenti? O il progetto non era chiaro? Dell’Ats fa parte anche il Mater Olbia, ospedale di eccellenza voluto dal Qatar. Non sta bruciando le tappe, ma questa, per ora, è un’altra storia.

Emanuele Dessì
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