Il picco dell'influenza, in Sardegna, arriverà a fine mese ma intanto sono già 30mila le persone che sono finite a letto.

Secondo i dati di Influweb, il primato si registra in provincia di Sassari con 13 contagiati ogni mille persone ma la media regionale si ferma a 4, in linea con il resto della penisola.

"Negli ultimi giorni - spiega Giovanni Barroccu medico di famiglia a Olbia e segretario della Federazione italiana medici di medicina generale - i casi sono aumentati, come è normale che sia: sono diminuite le temperature e il virus ha cominciato a diffondersi con facilità. Febbre, tosse, dolori articolari, cefalea. I sintomi sono quelli classici, così come il decorso. Per questo consiglio di resistere alla tentazione degli antibiotici fai-da-te. Se dopo quattro o cinque giorni sono insorte delle complicazioni, bisogna ovviamente rivolgersi a un medico".

In presenza di febbre, quindi, il consiglio è quello di assumere paracetamolo o ibuprofene, riposarsi e idratarsi.

Per proteggersi dal contagio, invece, è bene "fare attenzione agli sbalzi termici, lavare spesso e bene le mani, seguire un'alimentazione sana e ricca di frutta e verdura, assumendo eventualmente probiotici e vitamine del gruppo B per rinforzare le difese immunitarie - commenta il virologo Fabrizio Pregliasco -. È utile anche evitare luoghi chiusi e affollati, specie se caldo-umidi, dove il virus si diffonde meglio".

Oltre, naturalmente, a vaccinarsi.

E per i più piccoli, che oggi ricominciano le lezioni a scuola, "la diffusione dovrebbe cominciare entro una settimana-dieci giorni dalla riapertura", dice la pediatra Laura Concas.

Il primo allarme da parte dei genitori nasce con la febbre alta, "in questi casi occorre supportare i bambini con gli antipiretici", evitare gli antibiotici se non sono concordati col medico, e fare in modo che bevano molto.

Per il resto, "è sempre meglio rivolgersi al pediatra".
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