Cinque omicidi e una serie di rapine e attentati tra cui l'assalto all'armeria di Capo Bellavista ad Arbatax nel settembre 2004: i banditi erano scappati con armi da guerra dell'Esercito. Questa mattina a Cagliari doveva cominciare dopo più di un anno di rinvii il processo istruito dalla Dda a carico degli arzanesi Angelo e Cesare Balzano (fratelli), Giangiuseppe Ferrari e Luigi Piras, Andrea Agus di Lanusei, Paolo Mulas e Armando Mameli di Tertenia e Salvatore Mereu di Tortolì.

Ma anche stavolta i tempi si sono rivelati non maturi: il Tribunale ha preso atto della mancata notifica a una delle parti civili e dell'indisponibilità di uno degli avvocati e rinviato ancora una volta l'udienza. Che si terrà a dicembre.

Il collegio doveva dichiarare l'estinzione del reato per Cesare Balzano, ucciso da una fucilata circa un anno fa, e riunire a quelle principali le posizioni di Luigi Piras e Andrea Agus. Il pm Danilo Tronci contesta a vario titolo agli imputati l'omicidio volontario (cinque delitti in Ogliastra), il tentato omicidio, la rapina, l'estorsione, il porto e la detenzione illegale di armi (kalashnikov, mitragliatori, pistole, esplosivo) e l'associazione per delinquere finalizzata alla coltivazione, all'acquisto e alla cessione di droga.

La scia di sangue tra Arzana, Tortolì e Tertenia era stata condita da cinque delitti, quel clamoroso furto di armi, una serie di attentati e fucilate. Il giorno dell'assalto Marco Ferrai sparì in circostanze misteriose e i suoi genitori, Nino Ferrai e Mariangela Bangoni, furono uccisi nel dicembre 2004 perché avevano scoperto qualcosa. Indagando su quei delitti, la Dda ha ricostruito gli omicidi di Lino Perotti e Angelo Tangianu.
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