Il miracolo si è ripetuto, puntuale a primavera. Per il ventiquattresimo anno di fila i fenicotteri hanno scelto lo stagno di Molentargius per deporre le loro uova. E ancora una volta è stato battuto ogni record precedente: nel 2017 lo tsunami rosa è arrivato a quota 26mila coppie.

L'ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA - Ma siamo sicuri che questa affascinante invasione, diventata ormai anche un eccezionale brand turistico, non abbia un rovescio della medaglia? C'è un limite oltre il quale una presenza così massiccia di fenicotteri può diventare dannosa per l'ecosistema? Chiederselo non è un delitto. Perché la natura non è un film della Disney ed è risaputo che quando una specie non stanziale diventa invasiva può causare gravi danni a quelle autoctone, oltre che diffondere malattie prima sconosciute. E se è vero che sa genti arrubia, così i nostri avi chiamavano i fenicotteri rosa, frequenta le zone umide della Sardegna sin dalla notte dei tempi, è altrettanto vero che gli stagni di Santa Gilla e Molentargius, così come gli acquitrini del Sinis, per secoli hanno rappresentato soltanto delle stazioni di sosta nelle lunghe migrazioni dall'Europa all'Africa e viceversa.

L'INVASIONE - Insomma, la presenza dei fenicotteri nell'Isola è sempre stata discreta e temporanea. E questo sino al 1993, anno in cui - con un repentino mutamento di abitudini in gran parte ancora inspiegato - per fare il loro nido e allevare i pulli alcune centinaia di coppie hanno deciso di fermarsi negli specchi d'acqua salmastra tra Cagliari e Quartu. E da quel momento, stagione dopo stagione, il numero di esemplari affezionati alle coste sarde è cresciuto vertiginosamente. Sino a raggiungere i numeri inimmaginabili di oggi: 52mila, di cui circa 10mila ormai stanziali anche d'inverno.

LA BIOLOGA DEL PARCO - "La popolazione è cresciuta perché l'ambiente glielo consente - spiega Luisanna Massa, biologa del parco di Molentargius -, qui i fenicotteri hanno trovato un habitat ideale e non c'è alcuna evidenza di risvolti negativi legati alla loro presenza. Inoltre le 26mila coppie non corrispondono a 26mila pulcini, il successo riproduttivo è infatti del 30% perché ci sono tanti predatori e soprattutto il gabbiano reale si sta specializzando nell'attaccare le loro uova".

PROTESTE E RISCHI - Non tutti però la pensano così. Nell'Oristanese, ad esempio, gli agricoltori hanno ingaggiato da mesi una guerra ai fenicotteri che si spostano dal Cagliaritano e stanno devastando le risaie della zona del Sinis, arrivando a organizzare ronde notturne armati di petardi e trombe da stadio per proteggere le loro colture.
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