"Oggi è il giorno in cui si ricomincia". Marta è una giovane donna che ha deciso di combattere. Vuole riprendersi la sua vita, quella che l'anoressia le stava rubando. Ha iniziato dalla carne, sino a quando, rimaste solo le ossa, ha cercato di mangiarsi anche l'anima.

Ed è arrivata la depressione, con tanto di ricovero in psichiatria. "Ho toccato il fondo, forse è ciò che mi serviva per reagire". Marta Pilleri, trent'anni, laurea in architettura (con centodieci e lode), ha trovato la forza per lottare.

IL BARATRO - "Penso che il primo passo per uscirne sia ammettere a sé stessi e a chi si ha attorno di avere un problema. È la parte più difficile, ma necessaria", spiega. "Ora, quando mi guardo allo specchio vedo per la prima volta la malattia e la mia voglia di guarire". Di risalire dal baratro in cui è sprofondata quattro anni fa. Tutto è cominciato così: "Una semplice dieta che ho accompagnato con l'attività fisica, tre volte alla settimana. Sino a quando ho perso il controllo". Gli allenamenti sono diventati quotidiani, e poi doppi: un insaziabile bisogno di bruciare. Anche quell'unico biscotto e le tre palline di gelato che si faceva bastare per tutto il giorno. E che poi ha ridotto a una sola.

Quanto al peso: "È stata una discesa graduale e inarrestabile, l'anoressia mi divorava, io non me ne accorgevo proprio", racconta. "Per evitare di giustificarmi con la mia famiglia a pranzo stavo fuori, poi si arriva a un punto in cui non puoi più fingere. Quel momento per me è coinciso con la lancetta della bilancia ferma sul 39". Quindici chili in meno rispetto all'inizio.

LA GUERRA DEI NUMERI - "È difficile da spiegare, ma l'anoressia ha il potere di farti smettere di sentirti una persona e trasformarti in numero". Il suo era il 39. "Mi rappresentava". Sino a quando non le è bastato più neanche lui: "Ho continuato a perdere peso, ma non era mai abbastanza. Perché quando entri nel tunnel non riesci a fermarti: lo specchio rimanda a una realtà distorta, a forme che non hai. Non vedi le ossa, non hai la percezione della magrezza né della malattia".

LA RINASCITA - A 35 chili è comparsa anche la depressione: "Pensavo di non potercela fare, ma non avrei potuto dare un dolore così grande alla mia famiglia, sono loro che mi hanno tenuto in vita". Quindi il ricovero di tre settimane, con l'alimentazione assistita e un nuovo numero sulla bilancia: 36,5. Oggi Marta ha iniziato il cammino verso la salvezza. "È difficilissimo, l'ottanta per cento di me vuole guarire, l'altro venti ha paura di ingrassare". E ammonisce: "L'anoressia non è un capriccio, è una malattia tremenda"

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