Si chiama l’Acchiappabulli ed è il prototipo sviluppato dal team di Gian Luca Marcialis, ideato nell’ambito del progetto BullyBuster, dell’Università di Cagliari.

I ricercatori - dopo aver ideato le App Acchiappabulli per smartphone e pc - hanno messo a punto l’osservazione di gruppi di soggetti da videocamere disposte in modo da non poter identificare i singoli, ma in grado di fornire sufficienti informazioni per segnalare, in base a modelli comportamentali opportunamente codificati, degli eventi “anomali” come episodi di violenza o panico.
“Abbiamo implementato un sistema di rilevamento di artefatti video (“deep fake”) che i bulli potrebbero usare”,  spiega il professor Marcialis, “per molestare o minacciare la vittima,  copiandone il volto in filmati offensivi, a causa del proliferare di app per telefonini che, potenzialmente, lo permettono”.

Gli studiosi dell’Unità di biometria (Diee-Dipartimento ingegneria elettrica ed elettronica) fanno parte del gruppo di lavoro del progetto “BullyBuster” con le Università Napoli-Federico II (capofila), Foggia e Bari.
I gruppi sono coordinati, rispettivamente, da Carlo Sansone, Donatella Curtotti e Donato Impedovo.

(Unioneonline/EF)

© Riproduzione riservata