Estromessa dalla Giunta comunale di Cagliari lo scorso maggio, l’ex assessora Paola Piroddi ad agosto ha presentato un esposto sfociato nell’apertura di un’inchiesta che, al momento, vede quale indagato il consigliere e avvocato Antonello Angioni. Concussione l’ipotesi di reato formulata dal pm Andrea Vacca. Al centro della vicenda ci sono le presunte «pressioni» esercitate «su di me, sulla dirigente e sul segretario», scrive Piroddi nel documento depositato in Procura, per «affidare» in via diretta i locali «della Mem alla Società umanitaria-Cineteca Sarda».

Soluzione sulla quale a suo dire insisteva Angioni mentre lei, invece, parlava della necessità di dar vita a un bando, trattandosi di una proprietà pubblica. Gli attriti tra i due erano cresciuti nel tempo sino a quando il 25 maggio in Consiglio comunale Angioni aveva reso noto l’arrivo della «diffida con la quale» l’avvocata di Piroddi gli preannunciava «una querela». In Aula era esplosa la polemica, con l’opposizione critica per un «attacco alla libertà di espressione dei consiglieri, intimati da minacce legali nello svolgimento della loro legittima attività», poi il 27 maggio il sindaco Paolo Truzzu aveva ritirato le deleghe a Piroddi per poi sostenere di aver dovuto «tutelare le istituzioni». Frase che aveva spinto l’ex assessora a presentare l’esposto.

Angioni ribatte sottolineando come la sua attività sia “consistita nel presentare in Consiglio comunale una mozione riguardante l’utilizzo degli spazi culturali della Mem per lo svolgimento di attività di interesse pubblico”. Una mozione “approvata all’unanimità dopo che l’assessora Piroddi non solo si era dichiarata pienamente favorevole a quella soluzione ma addirittura aveva affermato che veniva già portata avanti dagli uffici. Alla luce di tutto questo, non vedo in cosa si sostanzierebbe la mia attività illecita quale consigliere comunale”. 

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