Incarna il mito, raffinato dalla memoria, del buon maestro. Unico, autorevole, paterno.

Mario Vargiu, 78 anni, figura bonaria, robusta per formazione e valori, è custode di una vocazione alla pedagogia che la pensione non ha spento.

Resiste, assieme alla passione per la tutela della nazione sarda, dietro alla montatura degli occhiali rotondi che inforca per la lettura.

Nato a Orroli, ma cresciuto a Cagliari (vive nel quartiere Fonsarda che lascerebbe per trasferirsi "in uno dei paesi che si spopolano"), il maestro - laureatosi in Pedagogia negli anni '60 dopo aver fatto il correttore di bozze all'Unione Sarda - ha investito la liquidazione nella realizzazione di pregevoli libri d'arte.

Pagine di bellezza, armonia e meditazione.

ARTIGIANO - Animato dalla speranza di una forza innovatrice che fondi una letteratura in lingua sarda, scrive i testi in campidanese, variante alla quale ha dedicato un lungo, riconosciuto e appassionato esercizio di versificazione, prosa e traduzione.

Ha vinto il premio Benvenuto Lobina ed è stato proboviro della Società linguistica presieduta da Antonio Cossu e di cui era segretario Diego Corraine.

Stende le bozze dei suoi libri a matita per via dell'artrosi.

A pittori straordinari (la collaborazione più intensa è stata con Antonio Corriga) affida le iconografie, is disinnus .

Di recente ha dato alle stampe, con cura e perizia da artigiano, la versione in sardo del libro di Giobbe.

È per scelta un volume che si offre al lettore senza titolo. Mistero che anticipa quelli insondabili della fede che fanno invano tentennare il protagonista del testo sacro. "Giobbi. Qoélet. Traduzioni sarda de Mariu Vargiu" è così racchiuso tra le tavole dipinte da Angelo Liberati.

GIOBBE IN SARDO - La sopraccoperta, dominata dalla silhouette nuda di una figura femminile, è solo apparentemente stridente con la materia.

"Giobbe, ricco e generoso, è protagonista del libro forse più difficile dell'Antico Testamento. Il protagonista è un personaggio che definiremmo contemporaneo. Ha dubbi sull'esistenza di Dio. 'Chi sarà? Dove sarà', si chiede prima di affidarsi a lui e ottenere infinita ricompensa per la sua incorruttibilità".

TESTI SACRI - "Laico credente in un mondo confuso", Vargiu si occupa da tempo della traduzione di testi sacri.

Ha pubblicato i Salmi (tavole di Corriga) e "Il Cantico dei cantici" con illustrazioni di Liberati. Fonti di sapienza cristiana, i libri sono stati oggetto di conversazione con Gianfranco Ravasi in visita a Cagliari.

Il cardinale, che ha manifestato apprezzamento per l'autore, ha disposto l'acquisizione nella biblioteca del Pontificio consiglio della cultura.

SCUOLA - Ma la forza dell'ispirazione non ha solo matrice religiosa.

Si radica nel mondo della scuola in cui Mario Vargiu ha cresciuto i suoi bambini.

"Io e mia moglie, maestra come me, abbiamo cresciuto tanti figli, pur non avendone avuto di nostri. Con loro, dopo la pensione, sentivo di avere un debito. Allievo a Cagliari di Aldo Capitini, sostenitore della cultura della non violenza, sapevo come catturare l'attenzione degli alunni. Quando leggevo Pinocchio, mi rendevo conto tuttavia di essere incapace di rendere il significato delle espressioni toscane usate da Collodi. Il sardo, avrebbe potuto. Ho sciolto il mio debito pubblicando 'Is Contus de Opineddu' con tavole di Corriga".

IMPEGNO - È un dono con dedica "a is picchiocchedus benidòris (...) po sa mellus sorti de issus e de sa terra nostra".

Ambizione a un mondo migliore in cui Mario Vargiu sperava sin da quando combatteva, accanto ad Eliseo Spiga, Gianfranco Contu e Antonello Satta per la difesa della lingua e dell'identità sarda, contro le derive del Rovellismo e le seduzioni del Piano di Rinascita. Corriga, autore delle ieratiche processioni paesane, dipingeva allora le ingannevoli cattedrali dell'industria, quadri di denuncia di cui Vargiu custodisce alcuni esemplari.

Pezzi pregiati di una piccola galleria che, introducendo a uno studio zeppo di libri, include anche disegni di Nivola. E poi i luoghi dell'anima dipinti da Mario Sanna: la casa natale del maestro Vargiu, la chiesa di San Vincenzo di Orroli e la piazzetta, memoria del tempo e dei bambini che furono.

Manuela Arca
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