La morte a Nuoro, nuove vite a Cagliari. Al Brotzu quella di Ognissanti è stata una giornata importante per i trapianti. Tra gli organi anche quelli della direttrice del carcere di Badu ‘e Carros Patrizia Incollu, deceduta al San Francesco dopo 12 giorni di coma a seguito di un incidente stradale. La donazione «è stato un gesto di grande generosità da parte di Patrizia e della sua famiglia che darà ad alcune persone un’altra possibilità», il commento del primario del reparto di Rianimazione nuorese Peppino Paffi. E così è stato. In totale gli interventi effettuati nella struttura ospedaliera cagliaritana sono 3: due fegati e un cuore.

«Guardiamo con soddisfazione al buon esito che conferma come il sistema trapianti dell’Arnas Brotzu lavori incessantemente per garantire un grande servizio: tutti noi siamo consapevoli che operazioni di questo genere consentono di offrire nuove prospettive di vita. Ringrazio il personale che, unito in uno sforzo comune, trasforma il gesto di generosità del donatore di organi in una nuova speranza per il paziente», ha spiegato Agnese Foddis, Direttore Generale dell’Arnas Brotzu.  I successi sono stati possibili grazie al lavoro delle equipe di chirurgia urologica, epatica e cardiochirurgia. «A chi ha ricevuto rivolgo i miei migliori auguri di buona vita. La mia gratitudine a tutti i donatori e alle loro famiglie che, in un momento doloroso per la perdita del proprio caro, hanno pensato alle sofferenze di coloro che aspettano di ritornare a vivere grazie ad un trapianto», conclude la Foddis.

«Tutto ciò è stato possibile grazie all’impegno e alla competenza di tutti coloro, e sono tanti che ogni giorno consentono il funzionamento di un sistema organizzativo molto complesso che coinvolge tante figure e specialisti diversi. Cardiochirurghi, chirurghi epatici, chirurghi urologi e professionisti inquadrati nel percorso di procurement, anestesisti rianimatori, infermieri delle sale operatorie e della terapia intensiva, coordinatori delle direzioni mediche e delle rianimazioni», sottolinea il dottor Antonio Manti, coordinatore locale trapianti del Brotzu.

A questi interventi salva-vita si arriva solo dopo che un’eccezionale sistema organizzativo si è messo in moto. Si inizia con l’individuazione del donatore, si prosegue con il prelievo degli organi da trapiantare, il loro eventuale trasporto in un’altra struttura, la preparazione dell’organo e del paziente, e infine si raggiunge l’agognato obiettivo del trapianto vero e proprio. Il Brotzu vanta numeri importanti: da gennaio 2023 ad oggi, sono stati eseguiti 63 trapianti, 7 di cuore, 26 di rene, 28 di fegato e 2 combinati (rene e fegato). 

(Unioneonline/v.f.)

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