"Rispetto la sentenza del Tar, come ogni altro pronunciamento della Magistratura, ma sono certo che le ragioni della Sardegna fossero prevalenti sulle argomentazioni puramente tecnicistiche e farisaiche avanzate dal ministero". Sono le parole del governatore Chiristian Solinas in seguito alla bocciatura da parte del Tar del ricorso presentato dalla Regione per far tornare l'Isola in zona gialla. "Abbiamo condotto una battaglia difficile, ma sono orgoglioso di avere difeso gli interessi legittimi della Sardegna, che faremo emergere anche nella discussione di merito", ha aggiunto.

"Ricordo ancora una volta - spiega in una nota - che dietro i colori assegnati da certi moderni 'Dottori della Legge' ci sono i volti delle persone sofferenti, le attività economiche e produttive in crisi che hanno faticato in questi mesi per restare in vita e assicurare un futuro ai propri titolari e dipendenti. I dati ufficiali e il confronto con gli indicatori di altre regioni in zona gialla attestavano l'ingiustizia del provvedimento adottato; erano già stati attivati numerosi nuovi posti in terapia intensiva e l'indicatore RT non e' mai stato tale da giustificare la collocazione in arancione. Ed anche l'ultimo rapporto Gimbe confermava una situazione pienamente sotto controllo e in continuo miglioramento. Il ministro era stato sordo alle nostre ragioni, e non ci era stato consentito di esprimere i nostri elementi di valutazione, che certo avrebbero consentito di pervenire a conclusioni differenti. Questa sentenza - conclude Solinas - conferma purtroppo una decisione arbitraria di uno Stato ostile alla Sardegna".

L'ASSESSORE NIEDDU - "Restiamo convinti delle ragioni che ci hanno spinto a chiedere la sospensiva del provvedimento del Ministero, pur nel rispetto della decisione della Magistratura. In attesa del giudizio di merito, non possiamo che esprimere profondo rammarico", commenta l'assessore alla Sanità Mario Nieddu.

"I numeri parlano chiaro - sottolinea - l'attuale scenario del quadro pandemico è compatibile con la zona gialla, se non, addirittura, con la zona bianca. Abbiamo subito una decisione su criticità superate. Il buonsenso avrebbe voluto che fosse il Ministero a rivedere le restrizioni, così non è stato e ancora non ne capiamo il motivo. La Sardegna e i sardi sono vittime di un sistema contorto, quello della zonizzazione, che ha messo a nudo tutte le sue lacune. Due settimane nel purgatorio della zona arancione, condannati da un sistema ottuso che, anziché contrastare la diffusione del virus, finisce per pesare in modo devastante sul nostro tessuto sociale, economico e produttivo già largamente provato da un anno di pandemia. Ancora una volta lo Stato ha girato le spalle all'Isola, perdendo l'occasione di fare la cosa giusta nel momento di maggiore necessità per i sardi".

L'OPPOSIZIONE - Intanto il centrosinistra in Consiglio regionale lo attacca: "Questa vicenda si chiude come la sparatoria di un film di Tarantino: tutti morti e feriti e nessun reale vincitore - osserva Francesco Agus dei Progressisti - Mi dispiace enormemente per gli esercenti, ancora una volta illusi dalla propaganda. La Regione ha sbagliato tutto: i tempi, i modi, l'organizzazione della trasmissione dei dati e quella degli ospedali. Il ricorso era solo un modo per far finta di averle tentate tutte. Puro e semplice teatro, con rispetto parlando per attori e operatori gravemente colpiti dalla crisi".

Per Gianfranco Ganau del Pd "ora basta con lo scaricabarile. Il presidente Solinas e la sua Giunta si assumano la responsabilità del mancato controllo dell'epidemia e provvedano ad attivare gli opportuni interventi di ristoro per le attività commerciali e produttive e per tutti coloro che sono stati gravemente danneggiati dalla loro incompetenza".

"Solinas dovrebbe chiedere scusa ai sardi - tuona Eugenio Lai di LeU - Dovrebbe chiedere scusa a tutti quei ristoratori e baristi che per 15 giorni sono stati costretti a chiudere le proprie attività. Oggi il Tar Sardegna ha ribadito quello che noi diciamo da giorni: la zona arancione si basa sui dati inviati dalla Regione Sardegna. Tutto il resto è un teatrino indegno del momento in cui stanno vivendo tanti piccoli imprenditori".

(Unioneonline/D)

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