Il telefono squillava a vuoto e la figlia di Venerato Sardu, 75 anni, ha iniziato a preoccuparsi. Così ha chiamato i Vigili del fuoco sollecitando un sopralluogo nell’appartamento di via Ogliastra 21. E i pompieri, sfondata la porta, hanno trovato il corpo senza vita dell’uomo, con una profonda ferita alla testa e la faccia sul pavimento.

La strada del quartiere Is Mirrionis si è subito riempita di pattuglie dei carabinieri ed è stata chiusa. Subito si è capito che qualcosa non andava, dopo la mezzanotte è arrivata la certezza: Venerato Sardu è stato ucciso.

Fra le tante testimonianze di chi giurava di non conoscerlo, ne sono arrivate alcune che potrebbero aiutare gli investigatori a far luce sul delitto. «Era proprietario della palazzina in cui abitava e ogni tanto ha avuto problemi con gli inquilini», ha detto un passante. «Verso le 13 ero in balcone e ho sentito urla di una donna che sembravano provenire da quella direzione», ha raccontato un giovane dirimpettaio della vittima.

LA VITTIMA

Sardu aveva cinque profili Facebook, in passato è salito due volte agli onori della cronaca. Nel 2006 era stato coinvolto in un’inchiesta dopo una denuncia che segnalava un traffico di uomini in un appartamento affittato a quattro prostitute colombiane. I fatti erano veri, ma lui è stato assolto dalle accuse di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione riuscendo a dimostrare che era all’oscuro di quanto avveniva nella casa.

Pochi mesi dopo una vicina di casa, Rosaria Bandu, diede fuoco alla porta d’ingresso del suo appartamento. Fu lei stessa a confessare, presentandosi alla stazione dei carabinieri: Sardu l’aveva accusata di svuotare le cassette della posta e gettare lettere per terra, lei aveva deciso di vendicarsi.

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