Un'esperienza terribile è quella vissuta da Fabio Barbarossa, medico cagliaritano, che vuole raccontare quanto accaduto per "spronare le autorità e chi di dovere: tutto questo non deve più succedere", dice.

Ieri sera, quando erano circa le 22.30, è stato aggredito su un pullman della linea 1 a Cagliari.

"Ero in via Roma, più o meno all'altezza della Rinascente - racconta - quando sono salite due turiste nordeuropee. Si sono sedute e poco dopo un uomo si è messo tra loro e ha iniziato a importunarle".

Barbarossa non è rimasto impassibile, non ha girato lo sguardo altrove ma, anzi, ha fissato quell'individuo: "E lui è andato su tutte le furie, mi si è scagliato contro e ha iniziato a colpirmi. I medici mi hanno dato 15 giorni di prognosi".

Una violenza inaudita, inaspettata, che questa mattina il ferito ha formalizzato davanti ai carabinieri, intervenuti con due pattuglie.

"Mi sono difeso, ovviamente, e non sono neanche mingherlino. Ma lui aveva una forza incredibile".

I militari successivamente lo hanno identificato: si tratta di un cittadino di origine marocchina. È stato lui a scagliarsi contro il medico a mani nude e impugnando anche un ombrello, che Barbarossa aveva con sé. "Oltre ai colpi c'erano poi le minacce di morte, mi ha detto che mi avrebbe spaccato la faccia, insomma qualcosa fuori da ogni logica unita alla mia grande paura che fosse armato di una pistola o di un coltello".

Ma la parte più drammatica, oltre all'aggressione, è quella che il medico racconta con grande commozione: "Tutta la scena è stata ascoltata anche via telefono da mio figlio, che è solo un ragazzino. Mi aveva chiamato e io ho risposto, lui ha sentito tutto e ha avuto la prontezza di registrare quanto stava accadendo. 'Papà, papà, stai bene? Cosa sta succedendo?, continuava a gridare. Mi si stringe il cuore, è stato terribile".

Ovviamente lo straniero, una volta capito che stavano arrivando i carabinieri, è sceso dal pullman: "E mi sono reso conto che anche le turiste e altre ragazze che avevano fatto un tratto insieme a me avevano seguito il mezzo a piedi, perché avevano intuito che a bordo la situazione fosse seria".

I militari hanno ascoltato i racconti delle testimoni: "Encomiabili le forze dell'ordine e anche le altre persone, tutte hanno voluto raccontare quello che avevano vissuto, documenti alla mano. Una grande solidarietà che mi ha sostenuto molto".

"Purtroppo - aggiunge amaramente - mi sono trovato in una situazione in cui si può trovare chiunque oggi calpesti il suolo della nostra città. Io non ho avuto difficoltà a intervenire in difesa di quelle due ragazze, che potevano essere le mie figlie, le mie amiche. Tutti dovremmo farlo, ma soprattutto nessuno dovrebbe trovarsi costretto a vivere episodi simili. I miei genitori mi hanno insegnato che quando cadi ti devi rialzare e devi anche raccogliere qualcosa. Ecco, io voglio che la stampa ne parli perché queste cose non devono più succedere e le autorità anche politiche devono farsi carico di questo problema, senza nascondersi dietro un dito".

L'aggressore, A.S., 34enne residente a Cagliari, è stato portato in caserma per essere denunciato dai carabinieri. Verosimilmente ha agito in stato di alterazione psicofisica, fanno sapere i militari.

Sabrina Schiesaro

(Unioneonline)
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