Razzismo in panchina al Cus Cagliari durante una partita di futsal a Villacidro. Gli insulti – nei confronti del giocatore Sergio Rocha – sono costati il posto ad Andrea Congiu, allenatore delle squadre maschili e femminili della società, sollevato dall’incarico dopo quanto successo in campo. 

A darne la notizia lo stesso Centro Universitario Sportivo su Facebook, che con un post ha messo al corrente tifosi e contatti della decisione.

Il provvedimento ha effetto immediato. «La società si scusa profondamente con il calciatore e con la dirigenza della Villacidrese Calcio per l’accaduto e valuterà coi propri legali come tutelarsi rispetto a questo comportamento di inaudita gravità da parte di un suo tesserato», si legge nel comunicato affidato ai social.

Sul caso si è espresso anche il presidente Marco Meloni: «Quello che è successo ieri sul campo è quanto di più lontano dai valori che ogni giorno insegniamo ai nostri ragazzi: il rispetto dell’altro e dell’avversario e i valori di solidarietà, tolleranza e inclusione. Il razzismo non può trovare spazio né nella società né nello sport e deve essere contrastato attivamente. Ho chiesto al presidente della Villacidrese Calcio Matteo Marrocu e al calciatore un incontro, per scusarmi personalmente e per decidere insieme come da un episodio così miserevole possiamo trarre ispirazione per rilanciare i valori della tolleranza, dell’inclusione e di contrasto a qualsiasi forma di razzismo e di discriminazione». 

Andrea Congiu, non esita un istante: «Chiedo scusa per la frase. Sono stato provocato più volte dal giocatore e ho reagito malissimo, per il nervosismo, sbagliando l’insulto perché volevo rispondere a quelle provocazioni gratuite. Posso garantire però che il razzismo non c’entra nulla: ho allenato in tutta la mia carriera tantissimi atleti stranieri e di colore e potranno assicurare che non ho mai avuto alcun atteggiamento razzista. Anzi». Detto questo Congiu ribadisce: «Ripeto: ho sbagliato. Non mi spiego solo perché Sergio, che ho incontrato tante volte e con cui ci conosciamo benissimo, mi abbia provocato in quel modo. Dopo un gol è venuto con il dito sul viso davanti a me. Se lo avesse fatto un mio giocatore lo avrei fatto sedere in panchina perché il rispetto per gli avversari viene prima di tutto. Invece è rientrato e ha continuato a provocarmi, con sorrisini. E sono esploso nel modo più sbagliato. Perché se lo avessi insultato con un’altra frase qualsiasi magari mi avrebbero espulso, ma non sarei finito al centro di questo polverone». Congiu conclude: «Ho sempre lavorato nel calcio a 5, anche con i giovani e con le donne, insegnando il rispetto e la lealtà. E sul lavoro ho tanti dipendenti stranieri. Mai un problema, anzi. Insomma il razzismo non mi appartiene e lo combatto».

(Unioneonline/v.f.-m.v) Per un inconveniente tecnico, abbiamo pubblicato inizialmente la foto di un allenatore estraneo alla vicenda. Ci scusiamo con l’interessato e con i lettori

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