Prende il via l'iter, in Parlamento, della proposta di legge nazionale per la compensazione dei costi dell'Insularità approvata all'unanimità dal Consiglio regionale della Sardegna.

Il testo è stato incardinato presso la quinta commissione Bilancio e Tesoro della Camera dei deputati.

"Un primo passo lungo il cammino dell'equità economica", commenta Michele Cossa, consigliere dei Riformatori e presidente della commissione Insularità del Consiglio regionale che ha elaborato il testo.

"Abbiamo lavorato a una proposta di legge che fosse basata su un metodo e un calcolo scientifici in grado di misurare il mancato sviluppo della Sardegna, oggi aggravato dalle conseguenze di medio-lungo termine dovute all'epidemia di Covid-19 - aggiunge - la proposta è il frutto di una unità d'intenti che prescinde dal colore politico e che è basata sulle necessità reali della Sardegna, un esempio di buona politica che in tempi celeri ha portato alla formulazione del testo, all'approvazione da parte dell'intero Consiglio regionale e al trasferimento in Parlamento".

Ora, "è il momento di creare una forte convergenza con la Regione Sicilia, sia su questo tema che su quello della modifica costituzionale (anch'esse in itinere) sul riconoscimento costituzionale del gap insulare", sottolinea Costa.

Per quanto riguarda il testo, si compone di un solo articolo e, con l'istituzione di un "Fondo per il riequilibrio e lo sviluppo della Sardegna", si propone di riequilibrare il deficit di Pil della Sardegna che l'Istituto Bruno Leoni ha calcolato ammonti a 5.700 euro pro capite l'anno.

Il fondo verrà alimentato dai finanziamenti pluriennali dell'Unione europea e dello Stato per le politiche di coesione e di riequilibrio delle regioni svantaggiate, marginali e insulari. Il fabbisogno complessivo annuale sarà determinato dal "Piano pluriennale complessivo per il riequilibrio e lo sviluppo", presentato e aggiornato annualmente dalla Regione sarda.

Il Piano sarà predisposto e aggiornato in base a criteri, indirizzi e linee guida, a contenuto tecnico-scientifico, redatti da un apposito Organismo Tecnico Paritetico (OPT), composto da sei membri di cui tre nominati dal Governo e tre nominati dalla Regione di elevata e comprovata competenza.

(Unioneonline/s.s.)
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