"Sembrava di essere in guerra, con persone che facevano fatica a respirare e altre che già avevano perso i sensi": un'odissea quella raccontata a L'Unione Sarda da un giovane cagliaritano, che ieri era sul volo Napoli-Cagliari, con biglietto Meridiana, di ritorno da una gita.

"Siamo arrivati a Capodichino intorno alle 13 - è l'inizio della brutta avventura - e dopo un'ora siamo andati al banco per il check-in; io viaggiavo con un gruppo di oltre 40 persone".

Come mai non avete usato il chek-in online?

"Non è stato possibile, Meridiana non lo permetteva. Penso perché dietro ci fosse qualche problema di overbooking".

Arrivati al gate cos'è successo?

"L'aereo non c'era, hanno annunciato un ritardo di mezz'ora, poi tre quarti d'ora. Infine alle 16.30 siamo riusciti a salire".

A bordo che situazione c'era?

"Intanto non era un aereo Meridiana ma di un'altra compagnia, io sono arrivato tra gli ultimi e ho visto subito le persone sedute che si facevano aria. Le hostess ci hanno detto di sederci ma avevamo ancora la valigia in mano. Non c'era posto nelle cappelliere e ci hanno quindi chiesto di consegnarle per metterle in stiva".

Poi la partenza?

"Assolutamente no. Per un quarto d'ora l'aria non ha funzionato perché il motore era ancora spento, poi hanno chiuso il portellone e siamo rimasti chiusi dentro, con una temperatura insopportabile e senza poter decollare".

In cabina cosa succedeva?

"I piloti dovevano ancora designare la rotta... quindi nuova attesa e i primi segni di malori tra i passeggeri. La mia ragazza ha perso i sensi, un'altra persona ha avuto una crisi d'ansia, e altre stavano male per cali di pressione".

L'aria condizionata funzionava?

"Solo quella centrale, i bocchettoni sui sedili no. In ogni caso non era sufficiente, non si respirava".

Una ragazza che si è sentita male sull'aereo
Una ragazza che si è sentita male sull'aereo
Una ragazza che si è sentita male sull'aereo

C'è stata assistenza?

"L'unica assistenza è stata fornirci un po' d'acqua, quella disponibile almeno. Su cinque hostess solo una parlava italiano e quindi era anche difficile farsi capire".

Cos'avete fatto?

"Io ho spiegato che avevo nozioni di primo soccorso e che quindi potevo dare una mano, aiutare chi stava male".

Il personale non ha fatto nulla?

"Non erano preparati, è incredibile che non sappiano gestire situazioni d'emergenza come questa. Allora mi chiedo: e se a qualcuno fosse venuto un infarto? Cosa sarebbe successo? C'era una totale disorganizzazione".

Chiederete un rimborso per il viaggio-incubo?

"Probabilmente ci metteremo d'accordo, tutti noi del gruppo, per fare qualcosa. È una questione troppo grande, troppo importante per lasciar correre".
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