Nessun pestaggio omofobo: sui social sta circolando un video con una violenta aggressione tra giovanissimi avvenuta - diverso tempo fa - nel parco di Bonaria a Cagliari. Dodici secondi in cui un ragazzino sembra pronunciare la parola gay.

Si tratta invece, come emerso dai primi accertamenti della Polizia postale, di un pugno dato per una ragazzina contesa. Non solo: i fatti sarebbero avvenuti parecchi mesi fa. Non è stata fatta nessuna denuncia mentre adesso ci potrebbero essere delle conseguenze per chi ha fatto circolare il video rendendo riconoscibile la vittima dell'aggressione e costruendoci sopra una storia completamente diversa.

Ovviamente verranno svolti comunque gli accertamenti sul ragazzo violento.

Dunque il video messo in Rete da una signora campana - che lo ha poi rimosso - ha fatto il giro dei social network. Si è parlato subito di aggressione omofoba. Chiaro l'accento cagliaritano e riconoscibile anche il luogo, il giardino di Bonaria.

Poi la storia è stata chiarita dai diretti responsabili che non hanno gradito la diffusione del video. Censurabile ovviamente l'aggressione, come ha spiegato l'associazione Arc: "C'è un video di 16 secondi che mostra il pestaggio di un ragazzo da parte di un suo coetaneo. Mentre qualcuno filma, intorno nessuno fa nulla per evitare la violenza. In queste ore, il video è stato ripubblicato in rete, soprattutto sui social, scatenando una serie di commenti e discussioni, non ancora spente, che si stanno spostando fin agli organi di stampa nazionali. Prima che finisca su tutti i giornali grazie a un copia-incolla automatico, senza neanche adeguate informazioni sull'accaduto, noi vorremmo riflettere sulla doppia violenza subita da questo ragazzo. Il primo momento è il pestaggio: brutale, scioccante. Che merita una risposta forte delle istituzioni e della società civile. Il secondo momento è la viralità del video, suo malgrado, probabilmente anche a insaputa della vittima, senza neanche l'oscuramento del viso, con il corredo di discussioni affrettate che, seppure mosse dalle migliori intenzioni, noi crediamo non difendano né la privatezza né tanto meno il diritto alla riservatezza del giovane picchiato sulla drammatica vicenda".
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