Il commento di Ciriaco Offeddu: "Quel PIL che corrompe le istituzioni e deligittima la politica..."
"Consigli a noi sardi (siamo pochi e per questo potremo sopravvivere): riprendiamo in mano le attività reali, che producono beni"Riportiamo l'intervento di Ciriaco Offeddu sugli andamenti produttivi che hanno portato a fenomeni autoimmuni pericolosi.
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La finanza è una malattia autoimmune (uso una definizione medica) che altera il sistema immunitario di uno o più stati in maniera tale da dare risposte anomale e, appunto, autoimmuni, cioè dirette contro i membri stessi dello stato, i cittadini, e capaci di determinare alterazioni strutturali delle regioni colpite.
Il fatto di poter creare ricchezza svincolata dal lavoro e dai beni materiali che derivano dal lavoro stesso è una potente tentazione, è la scorciatoia perfetta disegnata dal diavolo, è Mammóna stesso. E in tempi d'imperante neoliberismo, in cui la fede è riposta nella capacità di mercati senza regole di autoregolarsi, l'ingegneria finanziaria, le tecnologie avanzate e la possibilità di stampare denaro svincolato dagli andamenti produttivi hanno portato a fenomeni autoimmuni pericolosi come il morbo di Crohn: la proliferazione a catena di prodotti finanziari che sono matrioske sempre più affamate e meno trasparenti; l'esplosione di una liquidità mostruosa, una nube erratica che non ha niente a che fare col PIL, che corrompe le istituzioni e delegittima la politica (ecco le alterazioni strutturali).
Agli antipodi del contadino che coltiva e raccoglie pomodori, c'è il dipendente della Barclays che con un click sulla tastiera manipola il Libor, il tasso d'interesse più importante al mondo, per lucrare miliardi insieme al collega di merende.
Passati dieci anni dalla crisi globale della finanza, la situazione è stata "stabilizzata" portando il debito pubblico al 225% per cento del PIL mondiale e stampando oceani di moneta.
Sono state così salvate le banche, abbassandone il costo dell'indebitamento, e nascosti i loro crediti inesigibili. Sono stati poi lanciati i programmi di austerità che hanno alleviato le sofferenze degli speculatori, punendo invece lo stato sociale, i dipendenti pubblici, i pensionati e soprattutto le generazioni future. Il risultato è che nei paesi più deboli il sistema previdenziale è a pezzi, l'età di pensionamento si sta alzando vieppiù, i servizi sono smantellati e i progetti infrastrutturali centellinati.
Questo film ci ricorda forse la Sardegna? Non pensiate sia finito. La macelleria sociale inflitta per esempio alla Grecia non è l'obiettivo ultimo, sarebbe stupido. Il rilancio del neoliberismo richiede invece nuovo carburante perché la voracità di quell'esigua percentuale d'individui che manovra la finanza è senza limite. Il vero progetto dell'austerità è spingere i salari e il tenore di vita dell'Occidente verso il basso per decenni, continuativamente, finché non arriveranno a coincidere con quelli in ascesa dei cinesi, degli indiani e degli africani. Un calderone e un appiattimento al basso che consentirebbe la vera globalizzazione neoliberista: un mondo di semi-schiavi, totalmente intercambiabili, in mano a un'élite finanziaria svincolata dalle leggi.
Anche il neoliberismo, per fortuna, soffre però di una malattia autoimmune, un difetto di fabbrica. Con una quantità calante di beni economici reali, e a fronte di una quantità illimitata e crescente di moneta non ancorata alla produzione, i sistemi dominanti inevitabilmente esploderanno - e faranno la fine della repubblica del Texas e di Weimar. La prossima crisi dell'"inverno finanziario" sarà di sfiducia, e già si avvertono prepotenti i segnali in una popolazione disillusa, incattivita e non più disposta a un percorso di austerità ingiusta. Le misure protezionistiche, dopo l'America, saranno attuate da paesi europei; seguiranno cancellazioni unilaterali del debito e manipolazioni della valuta - si tornerà giocoforza a su connottu (oppure si soccomberà alla schiavitù, scegliete voi).
Consigli a noi sardi (siamo pochi e per questo potremo sopravvivere): riprendiamo in mano le attività reali, che producono beni; non contiamo sull'Euro e utilizziamo le monete di scambio e le cripto-valute; torniamo alla fiducia e a s'azzudu torrau; passiamo dalla religione neoliberista alla comunitaria; valorizziamo oro, argento e mirra (il patrimonio culturale, artistico, archeologico, paesaggistico, artigianale ed enogastronomico); formiamo i nostri giovani e riduciamo capillarmente gli sprechi. Costruiamo insomma un nuovo modello post-capitalista, aperto e trasparente, il nostro, fondato sull'orgoglio e sulle ricchezze che ci son state date da Dio. La rapacità del sistema attuale è mortale, vogliamo morire schiavi?
Ciriaco Offeddu
(Manager e scrittore)