L'analisi della situazione trasporti coinvolge anche la penisola, in particolare la tratta fra Fiumicino e Roma. Una tariffa che è tra le più care in Italia.

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In molti si dolgono della continuità territoriale, basata com'è su un intervento pubblico che sembra produrre più costi che benefici, specie sul versante turistico. Quasi nessuno si lamenta però della sua parzialità, della sua incompletezza, accorgendosi di altri, ulteriori problemi.

La mobilità dei passeggeri incontra infatti, al mondo d'oggi, un'offerta sempre più favorevole ma sconta inesorabili colli di bottiglia con l'approssimarsi alla destinazione finale. Cosicché, per percorrere l'ultimo miglio, si impiegano paradossalmente più tempo e denaro che per il resto del tragitto.

È il caso dei sardi che viaggiano da e per la Capitale. Molti si lamentano dei quasi 150 euro del costo aereo di andata e ritorno; pochi dei restanti 28 euro: quanto costa il cosiddetto Leonardo express per raggiungere e ripartire dalla Stazione Termini (16 euro per le altre stazioni metropolitane). Eppure non si tratta di un'inezia: quei 28 euro rappresentano il 20% del costo del tragitto, soprattutto per chi, come i sardi, non ha alternative: in centro ci deve arrivare.

La continuità territoriale, per dirsi tale, non è infatti con Fiumicino; dev'essere con Roma, anche perché, a differenza dei pendolari romani che lavorano in aeroporto e possono fare un più conveniente abbonamento, i sardi pagano il prezzo pieno. Ed è salato, atteso che Trenitalia qualifica il servizio come prima classe ed applica una tariffa che proporzionalmente è la più cara in Italia.

Il Leonardo express, a dispetto del nome, è infatti un ordinario treno Jazz (ETR 324, 425, 526), costruito a Savigliano nelle officine Alstom, con caratteristiche del tutto ordinarie, a partire da una sola toilette al centro del convoglio. Treni identici e più nuovi sono impiegati sul traffico regionale con biglietti inferiori anche della metà. Per di più, al malcapitato che, arrivato a Fiumicino, sbaglia treno, viene chiesta una differenza salatissima: altre 14 euro.

Il Jazz può viaggiare alla velocità massima di 160 km/h ma nella tratta Fiumicino-Roma, di soli 30 km, viaggia a meno di 60 km/h, infatti si impiegano più di 30 minuti. Neppure questo passo di lumaca giustifica quindi la prima classe.

Si spiega dunque perché Trenitalia è molto gelosa di questa tratta, come dimostrano le battaglie giudiziarie che essa ha proposto, negli ultimi anni, contro chi ha tentato di offrire lo stesso servizio con autobus. È anche gelosa perché detiene l'esclusiva su questa "infrastruttura essenziale" (com'è la ferrovia da e per Fiumicino) da molti anni, senza alcun tipo di concorrenza; anzi, abusando della posizione dominante che condivide con RFI: inconsapevole consorella (a loro dire) della stessa madre (FS). Infrastruttura ferroviaria e treni, già a prima vista, si rivelano subito inadeguati. Roba da farci impallidire se paragonati a quelli che collegano le altre capitali straniere. Ma per Trenitalia ed RFI va bene così. Del resto: perché ammodernare la tratta se tanto produce ricavi da capogiro così com'è? Perché scomodarsi se nessuno si lamenta?

Certo, il turista appena sceso dall'aereo fa fatica a rendersene conto e viene letteralmente spennato. I sardi, che ci passano molto spesso, se ne accorgono: di piume non ne hanno più, le ha prese tutte Trenitalia. Già, perché questa tratta è anche la più controllata in Italia: il solerte addetto non manca mai.

Ma non basta. Hanno avuto anche la brillante idea di posizionare all'arrivo a Fiumicino dei varchi automatici che si aprono solo se si è conservato il biglietto. Cosicché se uno lo ha smarrito viene indebitamente trattenuto, fino a strappare anche a lui l'ultima penna. Mi torna in mente un noto precetto che punisce chiunque priva taluno del (o semplicemente ostacola il) godimento della libertà personale, recentemente invocato, senza fortuna, nei confronti del Ministro dell'interno. Chissà che a qualcuno sorga lo stesso dubbio in queste penose circostanze.

Non può però mancare il lieto fine. Infatti, le proverbiali inefficienze di Trenitalia ed RFI potrebbero finalmente convolare a nozze. Sembra che ciò avverrà con quelle, non meno sconfortanti, di Alitalia, così da dare vita ad un vero e proprio laboratorio di inefficienza pubblica costata agli italiani un visibilio; altro che flat tax e reddito di cittadinanza. Bella trovata: aumenterebbe la posizione dominante, il conseguente abuso e si potrebbero riversare sui viaggiatori su rotaia - prigionieri del monopolio - tutte le ulteriori inefficienze e costi conseguenti al fallimento di mercato del settore aereo: strike!

Forse gli occhiuti tecnocrati europei, concentrati come sono a contenere il deficit italiano, potrebbero accorgersene, rilevando come - attraverso questo genere di operazioni - la spesa pubblica improduttiva non verrà ridotta ma aumenterà a dismisura. Ci eviterebbero, se non altro, oltre al danno, la beffa.

Aldo Berlinguer

(Professore ordinario Università di Cagliari)
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