Una scelta che accende la polemica e fa temere per la sicurezza dei pazienti più vulnerabili: «No allo spostamento della terapia intensiva pediatrica negli spazi pensati e già pronti per accogliere i pazienti trapiantati di fegato e pancreas al Brotzu», a lanciare l’appello è l’associazione Prometeo Atf Odv. 

Quegli spazi, al settimo piano dell’ospedale di via Peretti, sono stati recentemente ristrutturati – con un investimento da 400 mila euro – per trasformare la Semintensiva in una Terapia intensiva esclusiva per il Centro trapianti. Ora, invece, la Direzione aziendale avrebbe deciso di destinarli a tutt’altro scopo: la terapia intensiva per i bambini. Una scelta che, seppure nobile, si tradurrebbe – secondo Prometeo – in un “danno collaterale” gravissimo.

«Non accettiamo che un diritto venga concesso a scapito di altri malati, già di per sé in condizioni critiche», afferma Giorgio Pavanetto, presidente dell’associazione. Il problema non è l’apertura di una terapia intensiva pediatrica, ritenuta doverosa in una struttura di eccellenza come il Brotzu, ma il fatto che ciò avvenga sottraendo risorse e protezione a chi ha appena subito un trapianto: pazienti fragilissimi, che oggi vengono dimessi dalla terapia intensiva generalista direttamente in reparto, senza un passaggio protetto.

Una prassi che, secondo i racconti degli stessi pazienti e familiari, aumenta il rischio di infezioni proprio nel momento più delicato del percorso post-operatorio. La terapia intensiva dedicata ai trapiantati, pronta e mai attivata dal settembre scorso, rappresenterebbe invece un filtro vitale, sia clinicamente che in termini di sicurezza.

Prometeo chiede ora trasparenza e risposte alla Regione: quanti pazienti hanno realmente utilizzato quegli spazi negli ultimi mesi? E perché non si restituisce al Centro trapianti ciò che era stato previsto e realizzato per loro?

La denuncia si inserisce in un contesto già teso: riorganizzazioni interne, riduzione di spazi e personale, trasferimenti forzati di attività dal Businco al Brotzu. Tutto questo mentre l’attuale Direzione aziendale è in uscita, in attesa del commissariamento annunciato con la nuova legge di riordino della sanità sarda.

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