Il cambio di maggioranza e la situazione precaria dell'attuale governo non hanno aiutato. I senatori sono stati franchi: l'iter di una proposta di legge di iniziativa popolare è di per sé lungo, se poi si aggiungono fattori esterni la strada può diventare tortuosa.

Ma c'è un piano b, ha ipotizzato Gianni Marilotti (M5S): «Se dovesse servire a raggiungere lo scopo siamo disposti noi senatori a farci presentatori della stessa proposta per l'inserimento del principio di Insularità in Costituzione».

Porre la questione anche all'attenzione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarebbe stato utile. Ma l'incontro della delegazione del Comitato Insularità e di senatori in programma oggi al Colle alle 17 è saltato per sopraggiunti impegni di carattere internazionale del Capo dello Stato.

L'impegno e gli ostacoli - Ieri all'audizione in commissione speciale per l'Insularità i parlamentari sardi presenti erano quattro: oltre a Marilotti, Emilio Floris (Forza Italia), Lina Lunesu (Lega) ed Emiliano Fenu (M5S). L'occasione, aveva anticipato alla vigilia il presidente Michele Cossa (Riformatori), era buona per capire le reali possibilità per la proposta di essere calendarizzata subito. Soprattutto perché giace da mesi proprio negli uffici della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama.

Ebbene, ha chiarito Cossa al termine della seduta, «l'impegno dei nostri senatori è forte e costante, purtroppo la precarietà del Conte bis non rende le cose facili».

Il nodo Borghesi - Così, «l'obiettivo resta quello di avere una data subito». Possibilmente prima delle elezioni in Emilia Romagna, vero spartiacque sul futuro del governo.

«Se serve», ha aggiunto, «incontriamo subito tutti i capigruppo e la presidente del Senato. Siamo disponibili a valutare ogni forma di intervento pur di portare avanti il compito che i sardi ci hanno affidato, sottoscrivendo in massa la proposta di legge».

Un ruolo chiave sul futuro del testo ce l'ha il presidente della commissione Affari costituzionali, il leghista Stefano Borghesi. «Abbiamo appreso che non ha dato seguito agli impegni presi sulla calendarizzazione», ha fatto notare il vice di Cossa, Eugenio Lai (LeU), «quindi ora il Consiglio insieme ai senatori devono fare pressing».

Compatti - Gli eletti di Palazzo Madama sono d'accordo. «Siamo molto compatti», ha dichiarato Lunesu, «la battaglia è fondamentale e gli effetti positivi per i sardi sarebbero notevoli, ora ci rivolgeremo ai capigruppo per raggiungere l'obiettivo». Floris ha confermato che «in occasione della prossima riunione di capigruppo richiederemo l'inserimento della proposta nel calendario dei lavori». In ogni caso, «va tenuto presente che di solito appena l'uno e mezzo per cento delle proposte di iniziativa popolare diventa legge, ma in questo caso mi sento di dire che il traguardo dell'inserimento in Costituzione del principio di insularità sia più alla portata».

Il nuovo primato - Non solo: «Una volta per tutte deve cessare la discriminazione nel campo dei trasporti per cui ciò che per l'Italia è considerato aiuto di Stato dall'Unione europea ed è dunque vietato, nelle isole baltiche è invece consentito». Tanto più, ha osservato ancora Cossa, che «dopo la Brexit sarà il nostro Paese quello che avrà il maggior numero di cittadini europei residenti in isole, circa sette milioni. Non è una valutazione da poco».

La terza via - Gianni Marilotti ha avanzato il piano b, cioè la presentazione della proposta a firma dei senatori («ma solo con il benestare del Comitato che comunque apparirebbe padre dell'iniziativa nella relazione allegata»), e anche una terza via: «Una mozione congiunta di tutti i senatori sardi, a sostegno della proposta di iniziativa popolare e per istituire un tavolo permanente tra la Regione, lo Stato italiano e la Commissione Europea, per rimuovere le penalizzazioni a danno delle regioni insulari italiane». Poi, «dobbiamo studiare forme di intervento incisive dentro il Senato, può darsi che il presidente della commissione Affari costituzionali, Borghesi, stia pensando più che altro alla fine della legislatura». In linea con il collega di partito l'altro senatore Emiliano Fenu che ha posto l'accento sulla «necessità di modificare i regolamenti Ue in materia di trasporti e di energia», ricordando che «oltre all'insularità esistono anche le periferie dei territori: anche la Sardegna ha il suo centro e le sue periferie, appunto, discriminate».

Roberto Murgia

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