Sono in arrivo ulteriori denunce e provvedimenti restrittivi per la guerra del latte.

Le Questure sono al lavoro per individuare altri manifestanti a cui recapitare nuovi avvisi di garanzia per i fatti dello scorso febbraio.

Se a questo ci aggiungiamo un accordo - giunto al termine di una lunga mediazione - che non ha portato frutti né avviato alcun processo virtuoso, si comprendono bene le ragioni dei pastori, che si dicono pronti a una nuova, imponente, mobilitazione.

Si riparte il 18 maggio da Tramatza, dove già si erano tenute due assemblee nei concitati giorni della protesta. Un incontro per dare il via alla nuova mobilitazione.

Perché i pastori, sul prezzo del latte, non mollano. E anzi, rilanciano, si sentono traditi dalle promesse non mantenute e dalle tante attenzioni che, a posteriori, appaiono "interessate" e con evidenti fini elettorali.

Finiti gli sversamenti, il problema è stato rimosso dall'agenda politica, e l'assenza di un assessore regionale che portasse avanti il tavolo del latte ha pesato.

Lo sostiene Nenneddu Sanna, uno dei leader della protesta: "Siamo rimasti più di due mesi senza assessore, e la Giunta regionale questo lusso non se lo poteva permettere con una vertenza così importante in corso. Abbiamo perso tantissimo tempo".

Da un lato il prezzo del latte, problema che rimane immutato. Dall'altro le denunce e gli obblighi di dimora che rendono anche più difficoltoso il lavoro dei pastori. Piena la solidarietà a indagati e denunciati, perché "la protesta era di tutti e siamo pronti a pagare di tasca nostra".

"Ci sono diversi avvocati che si sono offerti gratuitamente, li abbiamo invitati a Tramatza", conferma Nenneddu Sanna.

(Unioneonline/L)
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