«L’elisir di lunga vita ha pochi ingredienti. E tutti passano per il cibo. I nostri nonni ci hanno insegnato a fare una colazione da re, un pranzo da principi e una cena da poveri. E queste conoscenze – che qualcuno classifica come “detto popolare” – sono in realtà frutto di attente osservazioni durate millenni. E da qui dobbiamo ripartire». 

Parole e concetti dell’oncologa e nutrizionista Debora Rasio, in occasione dell’eventoCibo e salute…Cibo è salute?”, organizzato oggi a Cagliari nella sala Giorgio Pisano, in Piazza L’Unione Sarda. Con lei un gruppo di esperti che hanno sviscerato il tema del delicato rapporto tra alimentazione e vita sana. L’incontro è stato organizzato dal delegato cagliaritano dell’Accademia italiana della cucina, Roberto Pisano.

Per l’oncologa non ci sono dubbi: «La dieta migliore è quella che offre tutti i micronutrienti di cui abbiamo bisogno. Se non consumiamo la giusta dose di vitamine e minerali, molte funzioni cellulari vengono meno, come la riparazione del Dna, la formazione di nuove cellule nervose, la capacità del sistema immunitario di funzionare». E, al contrario di quanto si potrebbe “sperare”, non esisterebbe un cibo miracoloso per arrivare a spegnere 100 candeline.

Ma la sinergia di più alimenti «può garantirci una buona salute. Dobbiamo prediligere una dieta semplice, priva di prodotti raffinati, che creano stress ossidativo e infiammazione, alla base di tutte le malattie croniche». Prima di consumare i pasti, occhio anche all’orologio. Perché «l’assunzione delle calorie, nell’arco della giornata, non può essere fuori controllo: la notte il corpo si rigenera e, se impegnato a trasformare il cibo in energia – non ci regalerà un risveglio ottimale», conclude l’oncologa, che mette in guardia anche sull’utilizzo smodato degli zuccheri.

«Questi dovrebbero farci preoccupare più del consumo di vino, che oggi è sotto il mirino di chi lo addita come importante fattore di rischio per lo sviluppo di varie patologie, tra cui il cancro», spiega Pisano, anche medico e sommelier. «Dalla fine degli anni Ottanta questo alimento è classificato come agente cancerogeno di tipo 1. In questo gruppo ci sono anche il fumo e la formaldeide. Sul vino la letteratura è molto varia, perché registra effetti negativi ma anche molti positivi. Con questo incontro vogliamo capire se esista o meno un elisir di lunga vita. Ci stiamo lavorando. Ma sicuramente bevande zuccherate ed energy drink non rientrano – in nessun caso – in questa formula», conclude Pisano.

Ma l’alimentazione, da sola, non basta. Nella partita per la longevità giocano un ruolo importante anche la genetica e lo stile di vita. «Dalla vita dei nostri antenati alla nostra è cambiato tutto, anche se il numero dei centenari regge. Questo perché in Sardegna molti ancora hanno il proprio orto e consumano prodotti locali», afferma l’antropologa culturale Alessandra Guigoni, presente al convegno. Ma un campanello d’allarme si accende quando si parla delle nuove generazioni, che starebbero abbandonando la dieta sardo-mediterranea. Le ricerche dimostrano però che nelle “Blue zone”, le aree geografiche dove l’aspettativa di vita è alta, non è cambiato granché. «Si tratta principalmente di piccoli centri dove le “buone abitudini” sono le stesse. E noi le dobbiamo prendere come riferimento», conclude la Guigoni. 

Presente al convegno, moderato dal direttore di unionesarda.it, Ivan Paone, anche lo chef Luigi Pomata. Nel suo talk “Mangiare in modo sano fuori casa non è così difficile” il messaggio è chiaro: «si possono consumare piatti bilanciati e sfiziosi anche in un locale. Non si può fare di tutta l’erba un fascio. Se alla base della ricetta ci sono ingredienti di qualità, del territorio, si può stare tranquilli», spiega lo chef. Ma attenzione ai prezzi stracciati: «la qualità si paga, così come al supermercato, al ristorante».

© Riproduzione riservata