Tutto inizia con un fischietto rosso che l’assessora comunale alla Pubblica struzione, Politiche Giovanili e Pari Opportunità, Marina Adamo, era solita tenere in tasca da ragazza «come strumento concreto ed efficace in caso di pericolo». Quel fischietto oggi diventa il simbolo della campagna di sensibilizzazione al contrasto alla violenza di genere del Comune di Cagliari, dal titolo “Fischia la fine”.

Lo spot si apre con le urla disperate di una donna. In sottofondo, si distinguono i rumori di botte, coltellate e quello del pianto di un neonato. Nel frattempo, scorrono sullo schermo le parole chiave del dramma sociale. Il tutto va avanti per circa venti secondi, prima di essere interrotto dal fischietto rosso e dall’invito a denunciare qualsiasi forma di violenza, sia da vittime che da testimoni: «È un video certamente d'impatto», commenta il sindaco Paolo Truzzu, «che probabilmente farà discutere, e se ciò accadrà noi ne saremo contenti. Il compito della comunicazione è quello di far confrontare le persone».

Poi il primo cittadino aggiunge: «Oggi, anche alla luce dei recenti e purtroppo continui fatti di cronaca, il messaggio è chiaro, così come è chiara la volontà dell'amministrazione di creare maggior consapevolezza, non solo affinché questi episodi non si ripetano, ma anche per dare concretamente strumenti a chi è vittima o è testimone di casi di violenza, perché non si resti in silenzio. Credo che il lavoro che dobbiamo fare tutti», conclude, «sia principalmente culturale: ciò che va compreso è che nessuno di noi possiede le altre persone, ognuno è libero e la libertà e l'amore non possono fare paura, anzi, devono dare coraggio».

Il fischietto, protagonista del video, non è stato scelto per caso: «Il suono di un fischietto», spiega l’assessora Adamo, «attira inequivocabilmente l’attenzione, mentre un filo di voce in caso di emergenza non è sufficiente. Il suono di un fischietto è forte così come lo è volutamente l'impatto del video, ma è stato necessario declinarlo in questo modo, anche visto il momento storico in cui stiamo vivendo. Tutta la campagna di comunicazione», sottolinea, «avrà la durata di un mese e vedrà anche il coinvolgimento delle scuole cittadine, perché l'educazione al rispetto e alla non violenza inizia proprio da piccoli, a scuola». 

(Unioneonline)

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