Credo che il sentimento che domini l'opinione pubblica sia ormai la stanchezza. Una profonda stanchezza ammantata di frustrazione, delusione e infine rabbia. È diventato difficile reggere un intero notiziario quando i due terzi sono fatti di banali commenti politici, di mezze interviste, di frasi ripetute per tutta una giornata, sempre le stesse dalle sei di mattina a mezzanotte e rilanciate su ogni media possibile.

Persino le trasmissioni di musica rock, ultima speme, s'interrompono per bombardarci di bassa tattica politica, con notizie d'agenzia e un copione rigido quanto la mancanza di visione e approfondimento: il racconto del fatto settimanale scatenante, di sapore via via più vecchio, le dichiarazioni epocali dei contendenti, ancora le reazioni della controparte, i "si dovrebbe" di Funari-memoria.

Il martellamento fideistico (il cittadino dovrebbe ricavarne un'impressione positiva perché una pletora di politici logorroici, l'un contro l'altro armati, si sta occupando del suo benessere personale, del territorio e della comunità) provoca in realtà una reazione avversa di stanchezza e alienazione. Il rumore di fondo, altissimo, copre l'analisi di qualsiasi problema e offusca ogni possibile soluzione: la speranza muore. Per inciso: solo in Italia ho visto un uso dei media così "coventrizzato", ossessivamente politico e focalizzato sul basso.

L'altro giorno, ad esempio, si è appreso che il Piano di rilancio del Nuorese è fermo, e i milioni disponibili sono bloccati.

Ricordo che l'atto definitivo che avrebbe dovuto dare il via al piano era stato firmato l'11 giugno 2018 presso la Provincia di Nuoro, presenti Pigliaru, Spanu, Tidu, Soddu, Cocco, ecc.

"La firma di oggi rappresenta una parte importante di tutto il lavoro fatto in questi anni, perché mette un cappello filosofico sull'intero Piano di rilancio del nuorese", aveva commentato il sindaco di Nuoro. Pigliaru aveva aggiunto: "Sono qua per certificare quanto siamo profondamente interessati alla sua realizzazione. Favorire lo sviluppo attraverso iniziative pubbliche richiede il coinvolgimento di tutti. Abbiamo fatto una scommessa collettiva, adesso incrociamo le dita sperando siano iniziative giuste".

Passato un anno, niente sembra essersi mosso (questa è la notizia) dei "22 progetti che riguardano ambiente, cultura, infrastrutture, manifatturiero, scuola e area vasta, e che hanno una dotazione fondiaria di 55 milioni di euro, a cui si aggiungono altri 30 milioni a vario titolo per iniziative nel territorio del nuorese, e altri circa 12 milioni di euro che sono inclusi in altri progetti strategici".

Il perché del mancato decollo non è dato sapere. La notizia è stata lapidariamente commentata da due politici, il primo dei quali ha detto tristemente - mia sintesi - che le parti dovrebbero collaborare maggiormente; il secondo, più allegro, che si sta adoperando perché il piano possa dare rapide risposte al territorio. L'angoscia aumenta e si stratifica.

Perché circa 100 milioni di euro sono bloccati? Che cosa è stato fatto dall'11 giugno 2018? O più banalmente: il piano era valido e le iniziative giuste, qualcuno sta remando contro, che cosa non ha funzionato? Nessuna risposta, nessun approfondimento se non misere polemiche contrapposte.

C'è un palcoscenico mediatico sul quale si affollano comparse e protagonisti presi dai riti autocentrati di una politica inefficace, burocratica e opaca, e a distanza di anni-luce una popolazione che assiste sempre più basita, tenuta all'oscuro nonostante il bombardamento di parole, e profondamente infelice. La trasparenza, che dovrebbe essere il primo valore aggiunto per dialogare fattivamente con i cittadini, appare un obiettivo irraggiungibile perché persino i numeri vengono manipolati dalle controparti. Un esempio quantitativo tra cento: la sanità sarda è stata risanata, come qualcuno afferma, oppure no?

Che cosa sta succedendo infine? Siamo in balia di una classe dirigenziale incapace di dominare il mostro burocratico da essa stessa creato, oppure si è persa l'arte della gestione, delegata a leggi sempre più astruse, e il meccanismo è consequenzialmente impazzito?

Rimane certo che il tempo delle prove d'orchestra è in scadenza. Gli schemi dell'attuale politica stanno saltando in aria, rendiamoci conto, come la pazienza della popolazione.

Ciriaco Offeddu

(Manager e scrittore)

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