La disperazione nel vedere il corpicino della propria bimba immobile nella culla, la chiamata al 118 e i tentativi inutili dei soccorritori. In via Sanna Randaccio, pieno centro città, la tragedia si consuma poco prima dell’alba di ieri: Anaja, sei giorni di vita, è volata in cielo nel sonno.

Per ora si potrebbe trattare di “morte in culla”. Per i genitori, una coppia del Pakistan residente da tempo a Cagliari, e per gli altri quattro figli, una prova impossibile da affrontare con le inevitabili conseguenze: poliziotti in casa, insieme agli esperti della Scientifica, per le domande di rito, il corpicino portato al Policlinico universitario di Monserrato, l’attesa per l’autopsia disposta dal pm.

Atti dovuti per quella che sembra essere una tragedia: nessun segno di violenze o altro sul corpo della piccolina, dimessa il giorno prima dall’ospedale Brotzu dopo la nascita. L’esame per capire le cause della morte dovrebbe essere eseguito venerdì dall’equipe del medico legale Roberto Demontis.

La telefonata

Non sono ancora le sei quando i genitori della piccola Anaja, nata lo scorso mercoledì al Brotzu senza alcuna complicazione né qualcos’altro di strano. La bimba è immobile nella culla. Sembra non respirare. Sono istanti di panico. La telefonata immediata al 118 fa scattare l’intervento di due ambulanze, una dei volontari e subito dopo una medicalizzata. La situazione è disperata. I soccorritori possono fare ben poco. Il padre e la madre della bimba ricevono la notizia che ogni genitore non vorrebbe mai sentire nella sua vita: il cuoricino di Anaja non batte più.

Poi sul posto arrivano le pattuglie della Squadra volante e la Scientifica, la coppia spiega di aver notato che la neonata era immobile e che sembrava non respirare.

La decisione

È il medico legale Roberto Demontis a raggiungere l’abitazione per svolgere un primo controllo sul corpicino della piccola. Nessun segno particolare o altri elementi che possano far pensare a qualcosa di diverso dalla morte in culla.

La bimba, dimessa circa ventiquattr’ore prima dall’ospedale, non aveva manifestato alcun problema. 

La sindrome

Se l’autopsia dovesse escludere altre cause, si potrebbe dunque trattare della sindrome della morte in culla che colpisce i bambini fino a un anno di età.

(Unioneonline)

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