I sardi sono la seconda popolazione al mondo per incidenza di diabete di tipo 1 e ogni anno nell'Isola vengono diagnosticati circa 120 nuovi casi nella fascia di età 0-14 anni; un bambino ogni 150 è affetto da questa patologia. Dati che periodicamente vengono aggiornati e che sono forniti dalla Società italiana di diabetologia pediatrica.

L'allarme arriva dagli esperti, che hanno esaminato la classifica mondiale guidata dalla Finlandia e che chiedono una risposta della Regione per l'accesso alle cure.

Da sempre la Sardegna ha il triste primato italiano e adesso, con oltre 12mila adulti, più di 1.500 under 18 e circa 120 esordi all'anno, si colloca anche ai vertici della classifica mondiale.

I pazienti, sottolineano i diabetologi, devono essere supportati dal team diabetologico nella gestione responsabile della malattia "non solo attraverso l'educazione terapeutica ma anche dotandoli di strumenti e risorse che li aiutino ad assumersi il compito di curarsi. L'utilizzo delle tecnologie di nuova generazione, intese sia come microinfusori che sensori per il monitoraggio glicemico, rappresenta un valido alleato nella sfida alla cura al diabete".

Mariangela Ghiani (foto ufficio stampa)
Mariangela Ghiani (foto ufficio stampa)
Mariangela Ghiani (foto ufficio stampa)

"Attraverso queste intelligenze artificiali - spiega Mariangela Ghiani, vice presidente della Società Italiana di Diabetologia della Sardegna - si trova supporto nel cercare di mimare la fisiologia della secrezione insulinica endogena, personalizzare e gestire i boli, monitorare costantemente le glicemie, riducendone le escursioni e quindi il tempo passato in ipo/iperglicemia e aumentando il così detto time in range. La tecnologia consente di instaurare un'alleanza terapeutica col paziente, promuovere il suo empowerment e la conoscenza della malattia, sartorializzare al massimo la cura. Così come l'abito non deve appendersi al corpo ma seguire le sue linee e accompagnare chi lo indossa, così la tecnologia consente di tagliare il vestito terapeutico adattato alle esigenze del singolo. Infatti è vero che questi pazienti hanno il diabete, ma ognuno ha il suo diabete e lo rielabora, lo vive e lo gestisce in maniera differente. L'utilizzo delle risorse tecnologiche può sortire effetti positivi efficaci non solo sul quadro metabolico, ma sulla globalità del benessere biologico, psicologico, relazionale degli affetti".

Nell'Isola in particolare, le procedure per la fornitura delle tecnologie che oggi il mercato offre sono obsolete e non aggiornate "per cui le persone con diabete sono svantaggiate rispetto al resto dell'Italia - aggiunge Gianfranco Madau, presidente dell'Associazione Medici Diabetologi Regione Sardegna -. Alcuni farmaci per il diabete tipo 2 non sono ancora prescrivibili in Sardegna, mentre lo sono nel resto dell'Italia. Questi farmaci, è dimostrato, garantiscono, rispetto ai vecchi, un miglior controllo della glicemia, una maggiore sicurezza nell'uso, riducono le ipoglicemie hanno dimostrato benefici cardiovascolari".

Carlo Ripoli (foto ufficio stampa)
Carlo Ripoli (foto ufficio stampa)
Carlo Ripoli (foto ufficio stampa)

E "nonostante l'incidenza così alta, la regione Sardegna garantisce l'erogabilità di sensori per il monitoraggio glicemico intermittente a un numero limitato di pazienti in età pediatrica e pertanto tutti i bambini con nuova diagnosi di diabete, non avendo diritto, devono provvedere all'acquisto a proprie spese", è il commento di Carlo Ripoli, direttore SSD Diabetologia Pediatrica del Brotzu di Cagliari - La situazione non è migliore per ciò che riguarda la prescrizione dei microinfusori. Gli strumenti più moderni in grado di funzionare anche in modalità automatica e quelli senza catetere (patch pump, una categoria molto amata dagli adolescenti) è completamente esclusa dalle possibili scelte terapeutiche dei pazienti e dei diabetologi".

Riccardo Trentin (foto ufficio stampa)
Riccardo Trentin (foto ufficio stampa)
Riccardo Trentin (foto ufficio stampa)

Quindi l'appello alle istituzioni per "garantire l'accesso alle nuove tecnologie, microinfusori e sensori", poiché "questi dispositivi rappresentano la nuova frontiera nel campo della cura della malattia, capaci di migliorare la qualità della vita del paziente non solo sul piano terapeutico ma anche su quello psicologico e sociale - sottolinea Riccardo Trentin, presidente Federazione Rete Sarda Diabete Ets-Odv - L'accesso alle nuove tecnologie rappresenta un tassello dei molti traguardi che i diabetici sardi tardano a 'conquistare' sul fronte dell'equità nelle pari opportunità di cura e della garanzia del diritto alla salute", per questo si chiede che venga consentito, anche alla Sardegna, "di prescrivere in deroga rispetto al bando Piemonte".

Attualmente nell'Isola, "dopo la recente entrata in vigore dell'accordo Quadro della regione Piemonte, possono essere prescritti un numero limitato di device - conclude Ghiani - Dopo questo periodo di emergenza, stiamo aspettando fiduciosi che la Regione recepisca gli aggiornamenti tecnologici in modo da garantire un equo accesso alle cure".

(Unioneonline/s.s.)
© Riproduzione riservata