“Assolti, perché il fatto non sussiste”. Un lunghissimo abbraccio liberatorio tra Enzo Del Giudice ed i suoi legali (non era presente in aula il padre Franco) ha sancito la fine del procedimento penale nei confronti dei due armatori della Delcomar, assolti dalla giudice del Tribunale di Cagliari, Maria Cristina Ornano, con la formula più ampia possibile.

Erano accusati di concorso nel conseguimento di erogazioni pubbliche, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, falsi in atti pubblici e attentato alla sicurezza della navigazione al termine dell’indagine della Guardia di Finanza sull’appalto regionale con il quale la società si era aggiudicata i collegamenti tra la Sardegna e le isole minori di Carloforte e La Maddalena. Un appalto da oltre 71 milioni di euro rinnovabile sino a 9 anni per un totale di 104 milioni di euro.

Il pubblico ministero Giangiacomo Pilia a seguito delle indagini dei finanzieri e delle consulenze dei propri esperti si era convinto che la Delcomar avesse partecipato alla gara con dei traghetti che non rispettavano il bando. A maggio scorso aveva chiesto la condanna di Franco ed Enzo Del Giudice a 6 e 4 anni di reclusione, ma la giudice Ornano aveva riaperto l’istruttoria nominando un perito super-esperto: un ingegnere già contrammiraglio della marina militare che ha chiarito che le navi erano conformi al bando.

Nel frattempo, a fine indagine, nel maggio del 2021 la flotta della Delcomar e i beni societari dei titolari erano stati sequestrati dal Gip Ermengarda Ferrarese su richiesta della Procura, per un valore di 64 milioni di euro. Sequestro che oggi è venuto meno con l’assoluzione di entrambi con la formula più ampia. A seguito della perizia del super-esperto nominato dal Tribunale anche il pm Pilia ha cambiato la propria posizione, sollecitando l’assoluzione.

A combattere con forza in questi anni per difendere la regolarità del comportamento dei propri assistiti c’era un collegio di avvocati penalisti, amministrativisti e di diritto commerciale composto da Chicco Tirotto, Massimo Massa, Marcello Vignolo, Massimo Ledda, Matteo Pinna e Stefano Demuro. L’indagine era nata da alcuni esposti anonimi che avevano ipotizzato come, nella tratta tra la Sardegna e Carloforte, fossero stati utilizzati due vecchi traghetti non conformi rispetto a quanto previsto dal bando, in sostituzione con i due pretendenti che erano stati ceduti ad un’altra società.

Il perito del giudice ha stabilito che le navi sostitutive utilizzate erano superiori a quelle cedute. Non solo. Una delle principali accuse della Procura era che le navi non fossero idonee alle persone con mobilità ridotta, requisito richiesto dal bando: il super-perito ha stabilito che non era così. Da qui l’assoluzione da tutte le imputazioni: perché il fatto non sussiste.

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