«Abbiamo analizzato quello che è successo a Sassari e abbiamo paura che questo tipo di reati possano ripetersi». Giuseppe De Matteis, prefetto di Cagliari, ha aperto così l'incontro con la stampa, alle 13.30, al termine della Conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza, convocata dallo stesso De Matteis per fare il punto sulle misure da adottare per fronteggiare l'emergenza degli assalti ai portavalori e agli istituti di vigilanza. Tanto che il vertice è stato allargato alla magistratura, con il procuratore generale della Corte d'appello di Cagliari e capo della Dda, Luigi Patronaggio, con il procuratore del Tribunale del capoluogo, Rodolfo Maria Sabelli, e con quello facente funzioni a Sassari, Paolo Francesco Piras.

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Il prefetto prima della riunione: «Colpisce un unico gruppo»

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Il prefetto De Matteis è rimasto volutamente generico sulle “richieste" che la Conferenza farà al Governo, di certo non sarà sollecitato «l'arrivo dell'Esercito»,  sottolinea a domanda precisa, «perché quella non è una soluzione. Invece serve contrastare le bande criminali modificando l'assetto strutturale delle forze di polizia che lavorano in Sardegna».

De Matteis ha parlato di «omertà» che «esiste in certe parti dell'Isola» e da un lato complica il lavoro investigativo, mentre dall'altro «permette a questi balordi di esercitarsi senza che nessuno parli».

Perché questa è un'altra certezza: la banda entrata in azione alla Mondialpol di Sassari il 29 giugno scorso non si è improvvisata nell'assalto al caveau. Ha fatto prove prima di entrare in azione.

Il lavoro di Dda e Procure procede serrato, hanno spiegato Patronaggio, Sabelli e Piras, soprattutto in considerazione del fatto che «adesso ci sono 12 milioni di euro da riciclare», ovvero il bottino del colpo alla Mondialpol di Sassari, ha sottolineato il capo della Dda.

De Matteis ha fatto infine un passaggio sulla modalità d'azione degli assaltatori ai portavalori e agli istituti di vigilanza. «Hanno agito con estrema efferatezza dimostrando profonda indifferenza rispetto ai danni che potevano causare, sia alle forze dell'ordine che ai cittadini».

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