Un telefono cellulare, eroina e hashish: erano dove non sarebbero dovuti essere, ossia addosso (e all’interno del corpo) di detenuti del carcere di Uta. A fare le scoperte sono stati gli agenti di polizia penitenziaria. Lo fa sapere Luca Fais, segretario regionale del Sappe, che parla di «fine anno col botto».

L’ultimo ritrovamento, ieri: «Durante un'accurata perquisizione avvenuta in una sezione del circuito detenuti media sicurezza, gli agenti hanno rinvenuto un microtelefono cellulare addosso a un ristretto, ben occultato nelle parti intime». Così bene che sono stati necessari accertamenti radiologici,  per individuare l’apparecchio.

Questo risultato, prosegue Fais, «fa seguito a un'altra operazione eseguita qualche settimana fa: la polizia penitenziaria ha rinvenuto tre grammi di eroina, due grammi di hascisc e 20 grammi di subutex».

Entrambe le operazioni, afferma Fais «sono frutto di attività investigativa che vede impegnato quotidianamente il personale di polizia nel contrasto e nella repressione del fenomeno illegale di spaccio di sostanza stupefacente e oggetti non consentiti tra le sbarre».

Fino a oggi sono stati sequestrati sei telefoni cellulari e diverse quantità di sostanza stupefacente. 

(Unioneonline/E.Fr.)

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