"Siamo servitori dello Stato, non servi". Manifestazione congiunta dei sindacati di polizia Ugl-Fsp, Coisp e Consap, questa mattina, davanti alla questura di Cagliari.

La protesta è nata per rimarcare il dissenso verso l'orientamento del Governo sul contratto di lavoro delle forze di polizia "che da 'contratto subito' si sta trasformando in 'contratto subìto'. I nostri rappresentanti nazionali hanno sì incontrato il Governo, ma poi le decisioni erano già state prese e le nostre indicazioni sono state del tutto disattese", ricordano Sandro Congia (Ugl), Daniele Bracco (Coisp) e Paolo Lecca (Consap).

In ballo il rinnovo di un contratto fermo da dieci anni ma anche l'idea di equiparare il contratto di polizia a quello degli altri lavoratori pubblici.

"Nonostante l'affermazione del Governo di voler garantire aumenti pari a circa 85 euro medi mensili lordi, come fatto con tutti i pubblici dipendenti, e sebbene sia ben chiaro che una simile garanzia obblighi a destinare almeno il 90 per cento delle risorse disponibili per il nostro contratto sulle voci della retribuzione fondamentale, parametro e indennità pensionabile, il Governo ha impiegato ben quattro incontri e sei mesi per presentarci quelle 'tabelle' che avrebbero permesso di desumere in maniera esatta quali dovrebbero essere gli esigui aumenti per ogni singola qualifica".

Per i poliziotti, si tratta di un'umiliazione per la dignità professionale di chi lavora al servizio dei cittadini.

"Un contratto sbagliato nel merito e nel metodo che ad oggi porta ai poliziotti un incremento di miseri 40 euro netti medi mensili e nessun incremento delle indennità accessorie se non di pochissimi centesimi".

TENSIONE A ORISTANO:

© Riproduzione riservata