Il dibattito si apre ai piedi della statua di Carlo Felice, dove un gruppetto di amici scambia due chiacchiere e condivide una confezione di ghiaccioli. «L'economia deve andare avanti, è giusto non usarla, se non nei momenti topici», sentenzia Paolo Fanni. «Prematuro, con tutto ciò che si sente, pur avendo fatto il vaccino, non mi sento comunque sicura».

Nel primo giorno con tutta l'Italia colorata di bianco e con la fine dell'obbligo della mascherina all'aperto, tra le strade di Cagliari i più esultano, ma tanti altri invocano prudenza. E’ ancora lunga la strada per la normalità, ma rivedere i volti più o meno sorridenti dei passanti fa uno strano effetto ed è anche emozionante.

«Finalmente, non se ne poteva più di andare in giro mascherati, era difficile anche distinguere i parenti con questa dannata mascherina», commenta Roberta Cogoni, che con il suo Jack russel sfida l'afa di metà pomeriggio e la salita di via Manno. C'è anche chi ha pensato di segnare la giornata sul calendario: «Un evento storico», dice raggiante Valentina Tolu intenta a fare shopping.

Saggezza e paura

I più giovani approfittano del nuovo pezzetto di libertà ottenuto, i più anziani no. Anzi, invocano il senso di responsabilità e lanciano un appello generalizzato. Come Giuseppe Deplano, classe 1933 e origini seuesi: «Meglio usarla, perché il Covid c'è ancora. Dobbiamo portare la mascherina per il nostro bene, hanno avuto troppa fretta ad abolirne l'obbligo».

Per Riccardo Bizzozero, 17 anni, «è un gradissimo passo avanti, una ripartenza. Ci stiamo avvicinando alla normalità ma la battaglia non è sicuramente ancora vinta».

Il test

Gli appelli alla prudenza sono tanti, ma basta appostarsi al semaforo del Largo per accorgersi che in realtà sono in pochi a mettere in pratica la linea della cautela. Così, allo scattare del verde, su ventidue pedoni in fase di attraversamento soltanto due indossano i dispositivi di protezione. Ed è grosso modo la media che si mantiene costante per tutta la serata.

La voglia di normalità è forte, ma l'esperienza della scorsa estate non si dimentica, così suor Chiara, 72 anni, invoca il buon senso: «Chi non la usa fa male, perché non è detto che sia tutto finito».

Variante Delta

Il bollettino di ieri induce all’ottimismo, solo un contagio registrato e nessun decesso. 

Ma sempre ieri è arrivato il bilancio della presenza della variante Delta in Regione, dai laboratori dell’Aou di Cagliari e dell’Aou di Sassari.

Nelle ultime settimane dai sequenziamenti sono 43 i casi di mutazione indiana rilevati, quasi tutti riconducibili ad arrivi dall’estero.

Maggiore presenza al Nord, dove il quadro è condizionato dal focolaio scoppiato sul set del film Disney “La Sirenetta” a Trinità d’Agultu, con 22 contagi tutti da variante Delta. Altri 7 ne sono stati accertati il 22 giugno scorso, sequenziati dal laboratorio dell’Aou diretto da Salvatore Rubino. Da 5 giorni non si rilevano nuovi casi di variante Delta nel Nord.

Nel Centro-Sud invece la presenza della mutazione indiana è ancora bassa rispetto alla variante Alfa, ex inglese. 

I casi individuati sono 14: un intero equipaggio di una petroliera e un extracomunitario che ha infettato quattro soggetti.

(Unioneonline)

Maggiori dettagli su L’Unione Sarda in edicola

© Riproduzione riservata