Vigili del fuoco nuovamente in azione in via Riva di Ponente: nell'ex rifugio dei migranti, liberato dopo il rogo di giovedì, è scoppiato un altro incendio. Sembra che qualcuno sia entrato nella struttura, nonostante sia sotto sequestro, facendo partire le fiamme nel magazzino distrutto qualche giorno fa. I vigili hanno spento il fuoco e bonificato la zona.

Durante la notte l'edificio, di proprietà del demanio regionale, è sorvegliato. Il blitz è invece avvenuto nel primo pomeriggio. E proprio accanto all'hotel disperazione, come è stato ribattezzato negli anni, i migranti africani che non hanno trovato ancora un alloggio hanno sistemato delle tende di fortuna e baracche improvvisate.

Intanto Mamadou Sene, il senegalese accusato di aver provocato l'incendio di giovedì, resta in carcere. Ieri è stato interrogato e alla fine dell’udienza di convalida il gip Luca Melis ha accolto la richiesta del pubblico ministero Marco Cocco, confermando la custodia cautelare in carcere per Sene (difeso dall’avvocato Fabio Cannas, deve stare in carcere).

Secondo le accuse e la ricostruzione fatta nell'ordinanza, voleva comandare all'interno del dormitorio, imponendosi con la forza e la violenza sugli altri ospiti. C'erano già state tensioni, come un'aggressione a un giovane per allontanarlo dalla camera in cui dormiva. Il duello si è riproposto nella notte tra mercoledì e giovedì. Poi, con in mano un bidone di plastica carico di liquido infiammabile, avrebbe raggiunto il magazzino invaso da rifiuti e vecchi vestiti, appiccando il rogo.

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