«Dopo due tentativi di conciliazione e raffreddamento dello stato di agitazione tra il personale infermieristico del sindacato NurSind e l'Asl 8 di Cagliari, a causa della mancata o parziale retribuzione dei servizi svolti da un anno a oggi nell'assistenza domiciliare del personale infermieristico con alta specializzazione, non si è arrivati a una soluzione. Questo porta solo a una terribile conseguenza: ovvero il rischio di interruzione del servizio ai pazienti, che va avanti ormai da decenni, e che ha evitato fino a oggi il ricovero di persone con disabilità gravi e patologie invalidanti degenerative, tutti portatori di cannula tracheostomica ed eventuale sonda Peg per l'alimentazione, in ventilazione meccanica». Lo afferma, in una nota, Fabio Ledda, infermiere di alta specializzazione e dirigente del sindacato NurSind.

Secondo Ledda, «l'Azienda non ha dato risposte risolutive davanti alla segreteria della prefettura e i rappresentanti della segreteria del sindacato degli infermieri NurSind». Inoltre, osserva il dirigente sindacale, «non è stata in grado di fornire soluzioni per il prosieguo del servizio di assistenza domiciliare, mettendo in difficoltà i lavoratori che al momento non hanno garanzie di copertura assicurativa e autorizzazione aziendale per recarsi a domicilio dai pazienti».

«Questo significa lasciare a breve scoperte da assistenza 130 famiglie», prosegue Ledda, «che hanno necessità sia a livello sanitario che psicologico, inoltre non sarebbero più alleggerite le strutture ospedaliere che vedrebbero i pazienti arrivare in struttura. Va da sé comprendere il disagio che si viene a creare e il rischio che si fa correre a questi pazienti costretti al trasporto fuori casa».

Per queste ragioni, il NurSind porta avanti lo stato di agitazione e chiede che l'azienda «risolva in tempi brevi questa situazione drammatica».

(Unioneonline)

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