L'inchiesta della Direzione distrettuale antiterrorismo della Procura di Cagliari contro Pierluigi Caria, il 33enne nuorese andato in Siria per combattere Daesh (lo Stato islamico) al fianco delle "Unità di protezione del popolo" (Ypg e International freedom battallion) in ipotesi vicine al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (il Pkk, ritenuto gruppo terroristico dalla comunità internazionale), "è un attacco ai movimenti sociali sardi e a chi lotta contro il sistema capitalistico".

Le accuse degli inquirenti sono "infondate" e la risposta arriverà "con azioni forti".

È quanto sostenuto da Francesco Lodovici della "Rete Kurdistan Sardegna" durante una conferenza stampa organizzata oggi davanti al Tribunale di Cagliari assieme ad Antonello Pabis, presidente dell'Associazione sarda contro le emarginazioni e sostenitore della Rete Kurdistan Sardegna, a sua volta oggetto di perquisizione da parte della Digos di Nuoro.

A Caria, figlio del fondatore del Partidu sardu indipendentista Angelo, la Procura ha sequestrato il passaporto; a Pabis il telefono. Caria si sarebbe addestrato in Turchia imparando a smontare e rimontare armi da guerra e sarebbe rimasto ferito per lo scoppio accidentale di una bomba. Avrebbe anche stretto rapporti col bretone Oliver Fracois Jean Le Clainche, morto il 18 febbraio nella battaglia di Afrin (i due comparirebbero in una foto dove si vedono le bandiere della Bretagna antifascista e dei 4 Mori) e, secondo il pm, partecipato al conflitto contro l'Isis).

"Ho sparato quando ero al fronte poche volte", lo si sente dire in una intercettazione. Ad assistere alla conferenza c'erano anche gli avvocati Michele Zuddas e Andrea Perra, che assistono Pabis, e qualche decina di militanti.

L'incontro a Cagliari (foto Andrea Manunza)
L'incontro a Cagliari (foto Andrea Manunza)
L'incontro a Cagliari (foto Andrea Manunza)

Lodovici ha annunciato per domenica a Cagliari "un corteo" che alle 16 partirà da piazza Yenne per raggiungere piazza Garibaldi. Questa l'azione "forte" promessa contro "il primo attacco simile in Italia contro la rete curda. Respingiamo ogni accusa di terrorismo, non abbiamo legami col Pkk se non ideologici. Non accetteremo ulteriori provocazioni, è stata messa in dubbio la possibilità di dissentire. I terroristi sono loro. Hanno colpito in modo non casuale. Caria dice di avere sparato? Non so quanto si tratti di un copia e incolla".

Pabis ha sottolineato che "facciamo ciò che compete ai cittadini attivi per la libertà. L'operazione è un'invenzione in arrivo da non si sa chi contro la libertà curda. Continueremo a lottare contro i mostri del capitalismo e le fabbriche militari. Sabato saremo davanti alla fabbrica Rwm a Domusovas. Nessun passo indietro: lo diciamo a chi ha voluto, ideato e inventato l'operazione. Pkk terroristica? Allora lo siamo tutti".

Sulla possibilità che la Ddat sia intervenuta col sequestro anche per evitare conseguenze peggiori a Caria (come capitato a Le Clainche), Pabis spiega: "Non ci abbiamo pensato. E comunque non erano in programma altre partenze".

L’avvocato cagliaritano Mario Canessa, fermatosi poco distante ad ascoltare, si dice "solidale, il Legislatore a volte nel legiferare si rivela confuso".

A Nuoro dal gip è in programma il Riesame contro il sequestro del passaporto a Caria, difeso dall’avvocato Gianfranco Sollai.

Andrea Manunza

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