Trecentododici dosi e 5.200 euro, in dieci mesi, senza contare la cocaina e l'eroina sfuse. I sequestri del gruppo investigativo microcriminalità della Squadra Mobile certificano il grande movimento nei palazzi di via Seruci 3 e 5. La vendita al minuto rende. E non solo da quelle parti. Anche poco più in là, in via Premuda, gli spacciatori lavorano 24 ore al giorno. E incassano.

Basti pensare ai 18mila euro (e ai sette chili di hascisc) che Wilson Palla aveva il 24 ottobre quando è stato intercettato da una volante e la sua Smart, che correva a tutta velocità in via Is Mirrionis in mezzo al traffico di mezzogiorno, si era ribaltata dopo aver urtato un'altra auto. Il piccolo spaccio fa girare cifre importanti. Allora ha ragione Maria Alessandra Pelagatti quando associa l'enorme diffusione di droga in Sardegna alla possibilità di infiltrazioni camorristiche?

Il primo dirigente della Squadra Mobile Marco Basile, che è napoletano e anche a Napoli ha diretto la Squadra Mobile, conferma: "La Procuratrice della Repubblica parla sulla base degli elementi investigativi forniti dalle forze dell'ordine".

I trafficanti sardi sono in contatto con le organizzazioni camorristiche?

"Sono emersi contatti in alcune attività investigative".

C'è il rischio che attraverso la droga la camorra sbarchi in Sardegna?

"Non ci sono segnali in questo senso, solo contatti".

A Cagliari ci sono organizzazioni criminali?

"Non come in altre parti d'Italia, qui ci sono piccoli gruppi che si autoorganizzano per il piccolo spaccio".

Ma comprano la droga dalle organizzazioni criminali?

"Comprano da chiunque offra il prezzo migliore, canali nazionali e internazionali".

La Procuratrice ha parlato di quartieri cagliaritani dove vivibilità e accessibilità sono negate.

"C'è un fenomeno, a Is Mirrionis soprattutto, dove il piccolo spaccio è fiorente. Ma c'è una costante attività delle forze dell'ordine testimoniata dai recenti arresti e sequestri".

Il centro dello spaccio non è più Sant'Elia ma Is Mirrionis?

"Sono i flussi che cambiano anche a causa della nostra attività repressiva. C'è una sorta di alternanza. Come in passato a Sant'Elia e ora a Is Mirrionis, la nostra intenzione è di ostacolare il fenomeno per debellarlo, con l'aiuto delle altre istituzioni. Serve il contributo di tutti".

Si riferisce al Comune di Cagliari?

"Per trovare una soluzione è necessario un confronto, anche col Comune. Il rispetto della legalità è interesse di tutti".

In via Seruci una casa su tre è un market della droga.

"Il fatto che lo sappiamo significa che il fenomeno è monitorato".

Ma lo spaccio continua.

"Occorrono soluzioni drastiche che coinvolgano tutti gli attori".

Bisognerebbe dichiarare decaduto l'assegnatario di una casa popolare sorpreso a spacciare droga nell'appartamento.

"Non è questo un compito della Polizia".

Avete contattato il Comune?

"La Procura ha avviato un tavolo di discussione".

Che rapporti ha la Polizia coi residenti non spacciatori nei rioni dove i blitz sono frequenti?

"La maggior parte sono persone che vivono nella legalità, a loro assicuriamo il massimo impegno per debellare il fenomeno e facciamo tesoro del loro contributo".

Che cosa pensa dei 70 assegnatari che hanno rifiutato la casa popolare in via Seruci?

"Il fatto che il Comune si sia voluto mettere in contatto con noi significa che ha interesse a conoscere il problema per risolverlo".

Chi va ad acquistare droga in via Seruci?

"I tossici, eroina e hascisc".

Tutti gli altri dove vanno?

"Anche alla movida della Marina, di recente abbiamo fatto arresti vicino a Sant'Eulalia".

I migranti sono coinvolti nello spaccio?

"Non ci risulta. Sono più gli italiani quelli che arrestiamo".

M. Francesca Chiappe

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