A Cagliari via San Paolo e dintorni sono ormai in completo stato di degrado.

Carcasse d’auto e di furgoni sgangherati, sacchi di rifiuti di ogni ordine e grado occupano centinaia di metri quadri, compresi i marciapiedi di una strada pubblica offesa e incorniciata dalla sporcizia. La stessa su cui ha aperto i cancelli, neppure tantissimi mesi fa, la seconda isola ecologica cagliaritana. Un paradosso. Come bizzarra e stravagante è la destinazione sospesa di questa fetta di terra e di periferia vasta 18 ettari che un progetto milionario vorrebbe trasformare in un immenso parco di verde e sport.

Saltata anche l’ultima data, quella che aveva indicato in gennaio 2023 la fine dei lavori di pulizia e l’avvio degli interventi di riqualificazione, da almeno due mesi di ruspe e operai da queste parti non se ne vede più traccia. La bonifica si è scontrata con una burocrazia incapace di risolvere i casi di occupazione abusiva che ancora persistono.

IL PARCO URBANO MAI NATO – Viale Sant’Avendrace, l’housing sociale, il parco urbano, i parcheggi di scambio, i campi sportivi, insomma i progetti da 18 milioni di euro, ottenuti nel 2017 dalla Giunta guidata allora da Massimo Zedda, sono rimasti sulla carta, ingabbiati dalle sabbie mobili della burocrazia: espropri, usucapioni, rinuncia delle società vincitrici degli appalti.

Da quel masterplan da 18 milioni di euro, reso possibile dal “bando periferie” che avrebbe dovuto permettere di riqualificare una grande fetta di quartiere tra la laguna e la necropoli di Tuvixeddu, per il momento ha visto la luce solo l’ecocentro.

L’ultimo aggiornamento della tabella di marcia segnava sul calendario il 31 marzo di quest’anno. Scadenza che non sarà rispettata.

Andrea Piras 

Andrea Artizzu

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