In otto anni, dal 2012 al 2020, ha sottratto 620 mila euro a 40 persone delle quali il giudice gli aveva affidato la tutela. Il maltolto, per equivalente, è stato sequestrato dal Nucleo di polizia economico finanziaria di Cagliari a un amministratore di sostegno, indagato dalla Procura della Repubblica  con le accuse di peculato e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale. 

Nel corso dell’inchiesta, le Fiamme gialle hanno ricostruito un vorticoso giro di bonifici e prelievi dai conti degli assistiti che andavano a soddisfare le esigenze dell’uomo che, in teoria,  era stato nominato dal Tribunale per gestire al meglio i loro beni. 

L’analisi dei numerosi conti correnti, fanno sapere dal comando di viale Diaz,  ha consentito di rilevare operazioni bancarie sospette sia con riferimento ai beneficiari, che si ripetevano continuamente, sia per le causali che apparivano, da un’attenta analisi, non attinenti alla gestione degli amministrati.

Tutte le attività bancarie avvenivano attraverso l’home banking. Venivano predisposti bonifici che simulavano  operazioni fittizie apparentemente riconducibili agli amministrati. Non sono poi mancati anche i prelievi in contanti, senza alcuna giustificazione. 

È emerso che l’indagato avrebbe utilizzato i depositi dei propri assistiti per alimentare due suoi conti correnti, acquistare beni  di lusso, saldare prestazioni d’opera o acquistare di beni per la ristrutturazione di casa sua, estinguere proprie posizioni debitorie, ricaricare una carta di credito utilizzata per le sue spese personali e saldare, attraverso pagamenti F24, tributi vari personali o riconducibili a suoi congiunti.

E. Fr.

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