Il progetto esecutivo delle nuove sale operatorie dell’Ospedale Oncologico Businco non era stato completato. È questa la conferma arrivata dalle recenti dichiarazioni del Commissario Straordinario della struttura, Maurizio Marcias, che ha dato ragione alle perplessità sollevate anche dall’Usb Sanità già a partire da novembre 2024.

Il sindacato, per voce del referente aziendale Gianfranco Angioni, aveva più volte espresso dubbi sul cronoprogramma dei lavori e sulla reale disponibilità del progetto esecutivo, richiesto formalmente tramite accesso agli atti ma mai ricevuto. «La presa d’atto da parte della direzione sanitaria conferma quindi quanto denunciato nell’ultimo anno», afferma in una nota il sindacato che, pur riconoscendo che le responsabilità non ricadono interamente sulla nuova amministrazione, sottolinea l’importanza della chiarezza finalmente raggiunta, che dovrebbe consentire di definire un cronoprogramma credibile per rispettare la scadenza del giugno 2026.

«Con il Commissario è stato avviato un confronto definito “franco e costruttivo”, incentrato in particolare sulla necessità di riorganizzare le attività chirurgiche e garantire una formazione mirata del personale, così da favorire maggiore interscambiabilità nelle sale operatorie, ormai sotto forte pressione. Centrale, secondo il sindacato, rimane il ruolo delle Professioni Sanitarie».

Inoltre Usb Sanità ha ribadito di «voler monitorare l’avanzamento dei lavori e di essere pronta a intervenire qualora gli impegni non venissero rispettati.

Pur apprezzando la strategia del Commissario per ridurre le liste d’attesa – obiettivo ritenuto fondamentale per migliorare l’accesso alle cure – il sindacato sottolinea che l’ammissione dell’incompletezza del progetto arriva dopo un anno di rinvii e senza che l’iter sia ancora concluso».

Particolare attenzione è rivolta al prossimo incontro, in programma martedì, definito dall’amministrazione come «l’ultimo passaggio che permetterà di procedere spediti nella realizzazione del cronoprogramma». Secondo Uab, tuttavia, il ritardo accumulato mina la credibilità delle istituzioni, chiamate a fornire ai cittadini informazioni tempestive e trasparenti sull’avanzamento dei lavori.

(Unioneonline/Fr.Me.)

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