“Buongiorno, la chiamo per l’attivazione della sua carta di credito”. È iniziata così la telefonata che ha portato alla truffa ai danni di una cagliaritana, che si è vista il conto “alleggerito” di poco meno di sedicimila euro. «Un raggiro che, per le sue caratteristiche, ha molto aspetti sui quali è necessario fare chiarezza», sostiene Andrea Falchi, presidente  provinciale di Cagliari dell’Adoc, associazione di orientamento e difesa dei consumatori, alla quale si è rivolta la vittima.

La donna aveva avviato la procedura per il rinnovo della carta di credito attraverso l’app della sua banca. Pochi giorni dopo, mentre attendeva che le venisse inviata la tessera, ha ricevuto una chiamata sul suo numero personale.

Un sedicente impiegato dell’istituto di credito, che evidentemente era a conoscenza della situazione, l’ha invitata a effettuare alcune operazioni attraverso lo smartphone: nessun movimento di denaro, aveva assicurato, ma solo passaggi necessari per soddisfare la richiesta della cliente. «Lei si è fidata, pensava che solo la banca potesse sapere che era in attesa della carta di credito», spiega Falchi.

Solo che pochi giorni dopo, aprendo il conto online, ha scoperto che erano stati effettuati acquisti e prelievi per un totale di circa 15.900 euro.

«Qui non siamo davanti alla classica truffa col phishing», assicura il rappresentante dei consumatori, «si tratta da un raggiro partito dal possesso di dati riservati e sensibili che dovrebbero essere detenuti solo degli addetti ai lavori. Per evitare di cadere nella stessa trappola, il consiglio è di usare solo canali certificati e di diffidare anche delle telefonate». Falchi assicura: «Abbiamo scoperto che non si tratterebbe di un caso isolato». 

Enrico Fresu

© Riproduzione riservata