Clamorosa svolta nel caso nella bimba rom scomparsa il 23 dicembre a Giorgino: la Squadra mobile di Cagliari nella notte ha arrestato i genitori per omicidio.

I particolari che hanno portato al blitz non sono stati ancora resi noti, ma i due sono stati fermati a Carbonia dove vivevano da qualche tempo.

Dunque per gli investigatori coordinati dal dirigente Marco Basile (l'intervista qui) la piccola Esperanza (un anno e mezzo) sarebbe morta, uccisa per mano dei suoi genitori. Come, quando e perché verrà chiarito dagli agenti che stanno ancora svolgendo gli accertamenti. Intanto la Squadra Mobile ha eseguito un fermo di polizia giudiziaria nei confronti della madre e del padre.

La piccola era spartita nel nulla il 23 dicembre quando a Giorgino era scoppiato un incendio distruggendo il furgone-camper usato dalla famiglia rom. I genitori e gli altri quattro figli erano a fare una passeggiata. "Esperanza è nel furgone", avevano detto. Ma della piccola non sono mai state trovate tracce. Poi si è ipotizzato un rapimento, forse per uno sgarro con un gruppo di romeni. Tesi che ha fatto scattare un'inchiesta per questo motivo. Ma gli investigatori hanno sempre raccolto troppe contraddizioni nelle parole dei genitori della bimba (e delle altre persone del clan).

Nella notte la clamorosa svolta con l'arresto dei due.

Il furgone (foto L'Unione Sarda/Ungari)
Il furgone (foto L'Unione Sarda/Ungari)
Il furgone (foto L'Unione Sarda/Ungari)

L'INCHIESTA - La piccola Esperanza era sparita già dallo scorso novembre: è emerso dalle indagini degli investigatori della terza sezione della Mobile, coordinati da Basile e da Davide Carboni.

Dopo l’incendio e le dichiarazioni dei genitori della bimba sono iniziati gli accertamenti ed è emerso che negli ambienti frequentati dalla famiglia non si avevano più notizie della piccola da oltre un mese. I genitori hanno parlato, per giustificarsi, di un affidamento a un istituto. Anche nella comunità rom sono iniziati ad affiorare dubbi e perplessità.

Ma ogni dichiarazione di Slavko Seferovic e Dragana Ahmetovic, entrambi di 28 anni, non ha ritrovato riscontri.

Con il coordinamento della Procura di Cagliari sono state effettuate attività tecniche. Sono emersi enormi dubbi sui genitori. E si è poi scoperto che Seferovic aveva acquistato proprio il giorno dell’incendio del furgone la benzina (due euro comprate da un benzinaio) per il rogo del mezzo.

La Scientifica non ha trovato tracce della bimba nel mezzo della famiglia e la pista del sequestro della piccola (per una partita di droga non pagata a un gruppo di rumeni) è stata sempre ritenuta poco probabile. Le ulteriori dichiarazioni di Seferovic sul presunto sequestro di persona sono state definite in alcuni casi quasi imbarazzanti.

I due, accompagnati in carcere a Uta, oltre che di omicidio sono accusati di occultamento di cadavere, simulazione di reato e incendio. Il corpo della piccola non è stato trovato e non è emerso ancora il movente dell’omicidio.

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