La villa cagliaritana dell’ex governatore Renato Soru è stata pignorata su richiesta di Intesa Sanpaolo, l’istituto di credito al quale il fondatore di Tiscali si era rivolto per ottenere un prestito pluriennale col quale estinguere un debito col Fisco da 7 milioni di euro.

Un debito scaturito da un accordo con l’Agenzia delle Entrate per una presunta evasione.

Su questa vicenda l’ex segretario del Pd sardo era stato anche processato e poi assolto, con sentenza diventata definitiva, dalla Corte d’appello di Cagliari nel 2017. Dopo il pignoramento della casa davanti alla Basilica di Bonaria, da qualche tempo sono al lavoro gli avvocati che stanno cercando un accordo con la banca.

Soru (che è stato anche europarlamentare dal 2014 al 2019) era stato condannato in primo grado perché accusato di aver evaso 2,6 milioni di euro nell'ambito di un prestito fatto dalla società Andalas Ldt (società inglese di Soru) a Tiscali.

In appello, anche la Procura generale si era convinta della buona fede dell’ex governatore e aveva chiesto l’assoluzione, accolta dalla Corte con la formula più ampia. 

Prosciolto definitivamente in sede penale, saldato il debito con l’Agenzia delle Entrate, ora i legali di Soru cercano l’accordo con Intesa Sanpaolo per chiudere anche l’ultima partita: quella che ha portato al pignoramento della grande casa di viale Bonaria a Cagliari.

Il servizio di Francesco Pinna su L’Unione Sarda in edicola

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