In Sardegna “nessuna iniziativa volta a limitare la somministrazione di vaccini AstraZeneca”.

Lo ha confermato l’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, interpellato nel dibattito di questi giorni sul vaccino anglo-svedese e sui possibili effetti collaterali nei più giovani. 

L’intenzione di non porre limitazioni, ha spiegato Nieddu, è figlia del fatto che nell’Isola continuano ad arrivare molte più dosi di Pfizer e, in secondo luogo, la Regione non ha usato e non intende usare le dosi Astrazeneca fuori dalle fasce d'età previste, nemmeno in occasione degli “Astra day” che in Sardegna sono stati dedicati alla somministrazione delle seconde dosi per il personale scolastico che sarà impegnato negli esami di maturità.

Il riferimento è agli Open Day attuati in altre regioni, con somministrazioni che spesso non hanno tenuto conto delle fasce d’età consigliate.

Il possibile legame tra i vaccini AstraZeneca e gli effetti collaterali nei più giovani sono in queste ore all’attenzione anche del Comitato tecnico scientifico che supporta il Governo. 

"C'è un'attenzione che definirei suprema per cogliere tutti i segnali che possono in qualche modo allertare su eventuali effetti collaterali che portino poi a considerare dei cambiamenti di indicazioni al vaccino", ha detto il coordinatore del Cts, Franco Locatelli.

Il vaccino di AstraZeneca, ricorda Locatelli, "è già preferenzialmente raccomandato per i soggetti sopra i 60 anni di età, perché il rapporto tra i benefici derivanti dalla vaccinazione ed eventuali rischi diventa incrementale con l'età e particolarmente favorevole sopra questa soglia".

"Quello che si è verificato nella sfortunata ragazza di Genova (la 18enne vittima di trombosi dopo il vaccino AstraZeneca a un Open Day, ndr) a cui va tutta la mia attenzione e affetto, pone un'ulteriore riflessione, anche alla luce del mutato contesto epidemiologico in quanto la riduzione dei casi che abbiamo nel Paese rende anche più cogente tale riflessione", ha concluso Locatelli.

Le nuove valutazioni del Cts potrebbero portare a dei limiti di non fattibilità del vaccino AstraZeneca sotto i 30 o i 40 anni, come ha anche spiegato il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, "mentre una revisione non la farei sopra i 50 anni, perché il rapporto tra rischi e benefici è indubbiamente, anche con la circolazione attuale, a favore del beneficio".

(Unioneonline/l.f.)

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