Ci sono storie che parlano di passato, ma sanno ispirare il futuro. È questo il cuore del progetto “I colori dell’eternità. Segni del passato, sogni del futuro”, un’avventura straordinaria che sta portando le studentesse e gli studenti del liceo classico Siotto di Cagliari (guidati dalla professoressa Monica Cambosu), dell'Istituto Comprensivo Ghilarza-Abbasanta e dell'Istituto Comprensivo 2 "Don Antonio Sanna" di Porto Torres a immergersi nelle profondità della propria storia, alla scoperta delle misteriose e affascinanti Domus de Janas.

Presentato a Cagliari e promosso dal Gruppo Archeologico Karalitano (GAK) con il supporto del CeSim (Centro Studi Identità e Memoria) il progetto punta a scoprire e valorizzare sei tra le più affascinanti necropoli dell’Isola, siti unici che custodiscono decorazioni e simboli risalenti fino al 4000 a.C.

«La ricerca archeologica richiede documentazione scientifica attenta e grande cultura», sottolinea Maria Spanedda, presidente del Gruppo Archeologico Karalitano: «Il nostro progetto, pur nella correttezza delle informazioni e della metodologia di lavoro, non ha tali ambizioni, si rivolge ai giovani e ai giovanissimi e intende suscitare in loro soprattutto interesse per il passato più remoto della nostra Isola.

Tra le tappe di questo viaggio nel tempo ci sono: le necropoli di Su Crucifissu Mannu, Mesu ‘e Montes e Mandra Antine nel Nord Sardegna, insieme ai petroglifi di Cheremule e alle tombe decorate di Ispiluncas e Brodu, situate nella Sardegna centrale.

Per rendere il progetto ancora più efficace, gli studenti del liceo cagliaritano hanno affiancato quelli delle scuole medie come tutor, trasformando l’apprendimento in un’esperienza collaborativa, in cui il sapere si trasmette in modo diretto e coinvolgente.

Il percorso è iniziato con lezioni propedeutiche, in cui archeologi ed esperti hanno introdotto i ragazzi ai segreti delle Domus de Janas e alle tecniche di ricerca. Ma il cuore del progetto è sul campo: sei escursioni (cinque già effettuate) portano i giovani archeologi tra le antiche tombe scavate nella roccia, per un’immersione totale nella storia.

Sono loro, gli studenti, i protagonisti che fotografano, registrano video, annotano dettagli, raccolgono emozioni e impressioni, lavorando in team per raccontare questi luoghi millenari in chiave moderna. A scuola, poi, si confrontano su quanto scoperto, creando contenuti multimediali e racconti ispirati ai simboli incisi nelle pietre.

Il progetto non è solo studio e ricerca, ma anche arte e creatività. Da gennaio gli studenti partecipano a laboratori teatrali e artistici che culmineranno in una rappresentazione scenica ambientata proprio tra le Domus de Janas, in cui la storia prenderà vita attraverso la loro interpretazione.

Il loro sogno però è ancora più grande: vedere le Domus de Janas riconosciute dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 2025.

«Se la candidatura fosse accolta, la preistoria sarda e le Domus de Janas otterrebbero finalmente il riconoscimento internazionale che meritano, aprendo nuove opportunità per il turismo culturale dell’isola», spiega Giuseppa Tanda, presidente del CeSim.

Il progetto culminerà in una grande festa finale al Liceo “Siotto Pintor”, con la presentazione di video, fotografie e un “quaderno di viaggio”, una sorta di guida che raccoglierà l’esperienza vissuta dagli studenti.

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