I pazienti della Neurorabilitazione, in quanto tali, possono essere spostati solo con i loro letti. Che sono troppo grandi e non entrano negli ascensori del Businco, dove potrebbe essere allestito il reparto a loro dedicato: «Ci chiediamo: è nelle intenzioni dell’azienda Brotzu affittare una gru e lasciarla perennemente ubicata all’Oncologico  per permettere che questi pazienti possano essere curati? Oppure ci troviamo di fronte ad un problema di incapacità organizzativa?». 

Sono le domande poste da Giampaolo Cugliara e Giampaolo Mascia, rispettivamente segretari provinciali di Cagliari e Sud Sardegna del sindacato Fials. I quesiti sono posti con una nota che tratta dell’ipotesi di allestimento del reparto che dovrebbe seguire pazienti reduci da ictus o incidenti gravi in un lento cammino di ritorno alla vita. 

Al momento la struttura è smantellata: a guidarla, a lungo, è stato il professore di Fisiatria Marco Monticone, sulla base di una convenzione tra Arnas e Università: il docente è stato oggetto di una polemica accademica, con un team di ricercatori che ha contestato la veridicità di numerose sue pubblicazioni scientifiche, che sono state ritirate. Intanto Neuroriabilitazione è un reparto che non esiste (QUI LA NOTIZIA). Erano stati effettuati dei lavori al Businco ma, per vari motivi, non era mai (ri)partito.

Ora, secondo la Fials, si vuole accelerare, ma ci sarebbero forti inconvenienti. «Il Businco nasce come ospedale dedicato per le patologie oncologiche ed è punto di riferimento regionale per moltissime di queste», sottolineano Cugliara e Mascia,  «la mission dell’ospedale basterebbe da sola per comprendere come un reparto di Neuroriabilitazione mal si potrebbe integrare in una realtà dedicata a altre patologie».

In più, e non in secondo piano, c’è la denuncia sulla vicenda degli ascensori: «All’Oncologico mancano spazi per altri servizi già esistenti. Quelli che si vogliono mettere a disposizione per della Neuroriabilitazione, per i sindacalisti, «potrebbero essere destinati per l’assistenza ai pazienti oncologici, dando possibilità agli stessi, agli accompagnatori e a tutti gli operatori sanitari, di avere spazi dedicati più confortevoli». 

(Unioneonlne/E.Fr.)

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